La pochezza della Raggi: invece che ascoltare i romani offende definendoli "orfani di mafia capitale"
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La pochezza della Raggi: invece che ascoltare i romani offende definendoli "orfani di mafia capitale"

Parla proprio lei che scelse Lanzalone per la dirigenza di Acea, il mister Wolf del Movimento coinvolto nello scandalo dello stadio della Roma con relativo processo, finito ai domiciliari.

Virginia Raggi
Virginia Raggi
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29 Ottobre 2018 - 17.28


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Sindaca, ora a parte le battute modeste su borse griffate, chiome bianche e barboncini, definire gente che protesta sotto le sue finestre come gli “orfani di mafia capitale” è piuttosto bizzarro. Perché lei, signora sindaca, in quel processo è indagata per falso. E ancora: fu lei a scegliere Lanzalone per la dirigenza di Acea, il mister Wolf del Movimento coinvolto nello scandalo dello stadio della Roma con relativo processo, finito ai domiciliari. E’ stata lei a cambiare decine di assessori, tra gli altri Raffaele De Dominicis indagato per abuso d’ufficio e assunto da lei, sindaca Raggi, “per errore”. E così sempre per errore è entrato in Campidoglio Salvatore Romeo, capo della sua segreteria signora sindaca, allontanato dopo l’arresto del fratello Raffaele. 
Ora Lei, come ha scritto, camminerà pure a testa alta. Noi romani invece siamo a capo chino perché il bilancio del Comune fa acqua da tutte le parti. Come Lei saprà, spero lo sappia, Ama non è in grado già da questo mese di pagare gli stipendi ai dipendenti, il che vuol dire che questa città latrina si trasformerà in breve in una una fogna mentre il presidente dell’azienda Biancagnani ha parlato di “scenari non più gestibili” e di una crisi nera nel caso il Campidoglio non sia in grado di sbloccare il credito. 
Come Lei saprà solo due terzi dei mezzi Atac è in strada ogni giorno per i guasti, 21 autobus hanno preso fuoco nei primi mesi del 2018, crollano scale mobili, si allagano le banchine della metro come piscine e la situazione finanziaria è tragicamente labile: i debiti non sono stati estinti ma congelati, il che significa, come scrive Avvenire, “riduzione del servizio, con un calo drastico dei chilometri percorsi”. 
Signora Raggi non le ricorderò che l’unica sindaca mai avuta a Roma è pronta a sfrattare la Casa delle donne, proprio ora che ce ne sarebbe tanto bisogno perché non si può morire stuprate e uccise a 16 anni nel centro di questa città. 
L’esercizio retorico dell’insulto lo lasci ai sodali di governo, quelli grazie ai quali sgombera i richiedenti asilo e perfino l’unico campo nomadi che funzionava. 
Le proteste in politica andrebbero ascoltate non derise.

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