Di Maio ignorante al cubo: "Democrazia millenaria è stato un refuso"
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Di Maio ignorante al cubo: "Democrazia millenaria è stato un refuso"

Per mettere una pezza alla figuraccia Giggino dimostra di non sapere che un refuso è un errore di battitura. Al massimo possiamo parlare di lapsus

Luigi Di Maio
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9 Febbraio 2019 - 10.47


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Quando ieri molti giornali, compreso Globalist, hanno preso in giro la ‘democrazia millenaria’ francese inventata da Di Maio nella lettera al direttore di Le Monde, i fan grillini si sono scatenati per difendere il loro vicepremier: “vi attaccate alle virgole” dicono alcuni, mentre altri, con notevole sforzo di fantasia, hanno cercato di decifrare il pensiero del Giggino nazionale: “ovviamente Di Maio intendeva dire che i francesi sono tradizionalmente di carattere democratico”. Sarà. Stiamo anche parlando del Paese con una delle monarchie storiche più assolutiste della storia d’Europa (“L’Etat c’est moi”, Lo Stato sono io, era solito dire il Re Sole Luigi XIV) e che ha risolto molti dei suoi problemi ghigliottinando senza distinzione chiunque si frapponesse sulla via della ‘democrazia’. Ma non stiamo qui a fare le pulci alla storia medievale di Francia, non quando le nostre strade e piazze sono ancora costellate di ricordini del fascismo. Tanto più che lo stesso Di Maio ha tenuto a mettere la pezza sulla pezza, giustificandosi così: “millenaria era ovviamente un refuso”.
Ovviamente. Peccato che refuso non significhi questo. A essere pignoli, refuso è una parola composta, re-fuso, “fuso di nuovo”. Si riferisce ai tempi della stampa a caratteri mobili, quando un errore di battitura lì rimaneva, in quanto il tasto cancella non esisteva ancora. Insomma, refuso significa questo, ‘scritto male’. Un refuso sarebbe stato, per esempio, scrivere ‘millenaria’ con una ‘l’ sola. L’uso dell’aggettivo ‘millenaria’ è semplicemente un errore. Al massimo, potremmo dire che si tratti di un ‘lapsus’. 
Le parole, diceva Moretti, sono importanti. È importante conoscerne il significato, per usarle con cognizione di causa. Non si tratta di pignoleria, ma di buon senso. In questo preciso istante, tutta la Francia sghignazza dietro il nostro vicepremier, che ha scritto una castroneria su uno dei quotidiani più letti del Paese. Sono errori evitabili, basterebbe conoscere il significato di ciò che si dice. E rileggere ciò che si scrive, come pretendevano le maestre alle elementari. Ma si sa, la cultura fa schifo e l’educazione si impara sulla strada. E quindi avanti tutta, a mettere pezze su pezze, una figura da poco alla volta. 

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