E quindi, Tav si o Tav no? Il Governo del Cambiamento, superate le varie bufere elettorali e con lo scandalo della Diciotti che è ormai acqua passata, può tornare a suonarsele di santa ragione sulla Torino-Lione. E le posizioni, nonostante i presunti voti di scambio, i favori e i servilismi dei cinque stelle, rimangono quelle di sempre. Salvini fermamente sul Si, mentre Di Maio prende tempo e dice No, perché smarcarsi dalla maggioranza del suo Movimento sulla gigantesca questione della Tav sarebbe un suicidio, e lui lo sa bene. Può fare favori a Salvini su tutto, ma non su questo. E il Governo? Salvini dice che farà di tutto per non farlo cadere, ma il rischio è concreto.
“Per quanto mi riguarda, la Tav si fa. Se ho speso i soldi degli italiani per fare un buco nella montagna nessuno mi convincerà mai che adesso devo spendere altri soldi per riempire di terra il buco e non finire il lavoro affinchè ci passino i treni” ha detto Salvini su Rete 4, mentre Di Maio abbozza: “per noi i bandi devono essere sospesi proprio perché stiamo ridiscutendo l’opera, come previsto nel contratto”.
La risposta di Salvini ha tutta l’aria di una minaccia: “vedremo chi ha la testa più dura”. Già, vedremo. Da una parte, Salvini con una solida storia di appoggio all’opera, dall’altra un Di Maio che deve dimostrare alla sua base che anni spesi a dire ‘No’ non sono stati una sonora presa in giro.
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