Secessione. Ecco una parola che non sentiamo più pronunciare da tempo. In altri tempi, questa parola la pronunciava un giorno sì e l’altro pure Umberto Bossi, il vecchio condottiero della Lega rigorosamente Nord.
A quei tempi, lo spauracchio della Secessione aveva indotto tutte le forze politiche ad intavolare, in alternativa, un dibattito sul Federalismo, di cui un paese frastagliato come l’Italia avrebbe oggettivamente bisogno. Ma anche il discorso sul Federalismo, portato avanti fino a un certo punto dalla sinistra, come al solito si è arenato.
Matteo Salvini, state tranquilli, non pronuncerà la parola Secessione nemmeno sotto tortura. Per il semplice motivo che la sta realizzando.
In queste elezioni europee, le percentuali della Lega non più Nord sono state, al Nord, per così dire “bulgare”, e dopo aver conquistato anche il Piemonte e la Lombardia, Matteo Salvini si appresta a destinare alle “sue” regioni una spropositata quantità di denaro pubblico, come va annunciando e ricordando da settimane il governatore del Veneto Zaia.
Del resto, il denaro oggi più che mai si trova al Nord. Il denaro degli arabi, dei russi, dei cinesi e della criminalità organizzata, sporco, pulito o riciclato, è già tutto in circolazione da quelle parti.
Alla mafia, alla camorra, alla ndrangheta il Sud non interessa più da tempo. È da un pezzo che i criminali sono in affari al Nord, e paradossalmente anche nelle vecchie roccaforti comuniste come l’Emilia Romagna. Al Sud, mafia, camorra e ndrangheta si limitano a presidiare il territorio governando con le buone, ma soprattutto con le cattive, le vecchie comunità dalle quali provengono.
Salvini, del resto, fa la stessa cosa con i suoi comizi. Rimbambisce la gente del Sud con i suoi falsi slogan, alimenta il razzismo verso i migranti e scatena la guerra tra poveri infischiandosene delle conseguenze. Se dovesse riuscire nel suo intento secessionistico, Salvini potrà sempre dire che la “sfiga” del Sud sono stati i 5 Stelle, il loro strampalato reddito di cittadinanza, e la proverbiale scarsa voglia “de lavurà” che in lui più che scarsa è assente.
Detto questo, l’Italia in quanto tale al momento è povera tutta intera. In autunno, potrebbe addirittura rischiare il default, soprattutto se verrà introdotta la flat tax che consentirà ai ricchi del Nord di pagare un’aliquota da paradiso fiscale.
Ora più che mai, dal momento che in Europa ci siamo ancora, solo l’Europa ci potrà salvare. Ammesso che gli italiani capiscano che domenica scorsa dovrebbero aver votato per restare in Europa.
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