Non poteva mancare il commento illuminato di Alessandro Di Battista, che anziché cercare di portare Di Maio a più miti consigli decide di gettare benzina sul fuoco: “Ieri alcuni esponenti del Partito Democratico hanno parlato di “ultimatum” del Movimento 5 Stelle. È davvero paradossale il fatto che quelli del Pd considerino “ultimatum” idee e soluzioni sacrosante per il benessere collettivo. Luigi ha parlato come ha il dovere di parlare il Capo politico del Movimento. Ha parlato come avrei parlato io e migliaia di attivisti. Ha parlato a nome di un Movimento che un anno e mezzo fa ha vinto le elezioni proprio perché ha proposto gli stessi temi di ieri” ha scritto su Facebook.
“Oltretutto” prosegue, “nei 20 punti presentati ieri ci sono quelle riforme che il Pd e i suoi derivati hanno promesso per 20 anni senza mai realizzarle preferendo cedere agli ultimatum (quelli veri) di Berlusconi. Parlerò poco in questi giorni ma una cosa la voglio dire. Il Pd si dovrebbe preoccupare degli “ultimatum” che gli hanno dato ripetutamente milioni di elettori o ex-elettori. Sono loro ad avergli detto: “o fate una legge sul conflitto di interessi o andate a casa”. Sono loro che hanno votato Sì al referendum sull’acqua pubblica e ancora aspettano che venga rispettato. Sono loro che oggi chiedono a gran voce la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton. Il Movimento gli ha messo su un piatto d’argento soluzioni e proposte e loro si lamentano pure?”, scrive Di Battista.
“Il Movimento ha un enorme potere contrattuale e questo rappresenta un’occasione per portare a casa risultati attesi dai cittadini italiani da 20 anni. Se poi gli esponenti del Pd dovessero far saltare tutto perché non vogliono fermare inceneritori e trivellazioni, non intendono colpire i conflitti di interessi che generano accentramento di potere, non pensano di salvaguardare l’acqua pubblica o di redimersi dopo anni di regalie fatte proprio da loro ai Benetton beh, lo spiegheranno ai loro elettori e lì, forse, capiranno il significato della parola ultimatum”, conclude.
Arrivano le provocazioni di Di Battista; "Se il Pd non accetta i nostri punti lo spieghi ai suoi elettori
Anzinché cercare di portare Di Maio verso una soluzione diplomatica che non vanifichi il lavoro fatto finora, Di Battista decide di gettare benzina sul fuoco
globalist Modifica articolo
31 Agosto 2019 - 10.34
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