Con una punta di malizia potremmo dire che a chi ha lasciato la nave per orgoglio ora non fa piacere vederla superare quasi incolume la tempesta e dirigersi verso il porto. Tradotto: a Carlo Calenda la piega che stanno prendendo gli eventi in queste ultime ore non piace per niente.
Il dimissionario Pd, che ha lasciato i dem sbattendo la porta e disgustato all’idea di un accordo con il M5s già ieri, vedendo le esternazioni di Di Maio aveva scritto un discutibile tweet a Nicola Zingaretti, invitandolo a ‘ripensarci’ e ad ‘aprirli come cozze’, dicendo anche che i ‘diktat di Luigi Di Maio’ gli facevano schifo.
Ma oggi la scena è cambiata: Grillo ha invitato i suoi ad abbassare i toni, ha teso una mano al Pd e il Pd non se l’è fatto ripetere. Zingaretti è stato il primo a scrivere un tweet di vicinanza e Franceschini nelle ultime ore ha definito il messaggio di Grillo ‘convincente’. Insomma, tutto risolto o almeno si spera. Conte d’altronde ha detto che ‘c’è un buon clima e che l’esecutivo avrà dei nomi entro massimo mercoledì’.
Lasciato quindi nell’angolo, Calenda è rimasto con un palmo di naso. E la sua reazione è scomposta, tanto che si rivolge a Franceschini in risposta al suo tweet di appoggio a Grillo: “Dario dimmi che il video a cui fai riferimento era quello di una della vecchie pubblicità Yomo. Ti prego. Devono fare questo obbrobrio per paura delle elezioni o altro? lo facessero. Ma almeno senza queste umilianti genuflessioni a Grillo. Perché chi rappresenta una comunità ne deve preservare prima di tutto la dignità”, aggiunge in un successivo tweet.
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