“Niente di personale contro il governatore De Luca, sappiamo che è uomo intelligente”. Così si legge su Repubblica Napoli. Ma lo svolgimento non fa sconti: “Visto che è così intelligente non può pensare di gestire il potere per quarant’anni di fila o quasi. Da accentratore. E peraltro servendosi anche di fritture e clientele. Lo ringraziamo per le parole di stima che ha avuto per noi, ma onestamente abbiamo poco in comune”, spiega Lorenzo Donnoli a Repubblica, da Bologna.
Donnoli è uno dei portavoce nazionali (il numero due, per chi ama gli schematismi, al fianco di Mattia Santori) del Movimento che in cento giorni ha scosso la scena politica italiana. Il nucleo fondante delle Sardine in avvicinamento, in tutti i sensi, su Napoli. Il 14 primo congresso a Scampia, costante il legame con Luga Delgado e il gruppo partenopeo.
“La nostra riflessione parte da un interrogativo doveroso per chi vuole pensare all’efficacia e alla credibilità di una politica in grado di rinnovarsi e proiettarsi anche sul futuro. E cioé: come fate a rivoluzionare il centrosinistra, se ricandidate per la terza volta in Regione la stessa persona? E questo anche come criterio generale. Se poi entriamo nel merito, non è che vada meglio”.
“Siamo diversi geneticamente. De Luca rappresenta quel modo di fare politica correntizio e personalistico che non appartiene alla nostra idea di comunità. Con le clientele, o le fritture, non abbiamo nulla a che vedere. Noi vogliamo rappresentare un’idea di partecipazione e di potere collettivo. Se è davvero così intelligente e colto, De Luca dovrebbe avere l’accortezza di fare un passo indietro, non si può fare l’amministratore pubblico tutta la vita: con l’aggravante, poi, di fare strada a entrambi i suoi figli. Ma stiamo scherzando?”.
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