È molto prevedibile la difesa che Matteo Salvini porterà davanti ai giudici di Catania per il processo Gregoretti: “Andrò a dire che quello che abbiamo fatto, con Conte e gli altri del governo che ora se la sono dati a gambe ma c’erano, lo rivendico come gesto d’onore”.
“Devono avere paura” minaccia Salvini, “quelli che hanno corrotto, che hanno fatto cose sbagliate”.
Insomma, la solita solfa: Salvini continua a sostenere che i confini italiani fossero in pericolo di chissà quale fantomatica invasione per mano di 131 disperati su una barca, mezzi morti di freddo e di fatica e di fame e che l’averli bloccati a bordo è stato “un mio dovere per il quale mi pagavate lo stipendio, lo abbiamo fatto per il bene del nostro paese”.
Ma si intravede un tentativo di trascinare con sé anche Conte e Di Maio. Tentativo che non è del tutto campato in aria, perché non possiamo non tenere conto che Conte era premier e Di Maio ministro e vicepremier insieme a Salvini. Una questione che è tutto fuorché risolta.
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