Non può essere un caso la sbruffonata di Salvini su Italexit: andare a rinfocolare un tema così caro alla destra più oltranzista succede proprio nel giorno in cui i sondaggi di Demos danno Giorgia Meloni più apprezzata di Salvini. Se Giuseppe Conte rimane saldo al primo posto tra i politici più amati dagli italiani (l’invisibilità, evidentemente, è più apprezzata dei baci ai salumi), la leader di Fratelli d’Italia sta cavalcando un’onda che l’ha portata a superare Salvini, che ora sta al terzo posto.
E Giorgia Meloni sa come sfruttare il momento: è appena tornata da un viaggio negli Stati Uniti, dove i giornali americani l’hanno indicata come possibile alternativa a Salvini. E anche in patria Meloni prende consensi ‘altolocati’: “Lei ha ricucito, lentamente, con tenacia, un mondo che era andato in pezzi», risponde Alessandro Campi, docente di Storia delle dottrine politiche a Perugia. Il mondo è quello di Alleanza nazionale, il contenitore post missino che ideò Gianfranco Fini nel 1994. Eppure quella di An sembra una storia lontanissima: “Niente di più sbagliato — dice Piero Ignazi, politologo dell’università di Bologna — le tradizioni politiche resistono per decenni”.
Insomma, della stessa ‘genialità’ che ha avuto Salvini nel ridare una verginità nazionalista alla Lega Nord della secessione, ora ne sta godendo Giorgia Meloni. Che attira tutti coloro che, anche a destra, ritengono Salvini troppo aggressivo, sguaiato, ‘plebeo’ come dice Marco tarchi, professore di Scienze Politiche a Firenze.
E sul futuro? Le opinioni lì divergono: se c’è chi crede che questo sia il massimo cui un partito come Fratelli d’Italia, di stampo ultra-conservatore e tradizionalista possa puntare, molti pensano che per la sua leader ci sia spazio di manovra. Su una cosa si concorda: se salvini pensava di ‘mangiarsi’ Fratelli d’Italia non c’è riuscito. E ora potrebbe cominciare a vedere la sua alleata come un’avversaria.
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