Le buone notizie che arrivano sul trend dei nuovi contagi non sembrano cambiare di una virgola le intenzioni di Giuseppe Conte: il premier ormai è pronto ad annunciare la proroga dei blocchi. Probabilmente l’annuncio del nuovo Dpcm seguirà a un Consiglio dei ministri che, secondo fonti di governo, potrebbe tenersi mercoledì o giovedì. Più difficile, ma non del tutto escluso, che avvenga oggi. E, nel frattempo, il governo lavora per accelerare sul decreto aprile dove si affaccia, con una certa nettezza, la proposta di un reddito di emergenza. Ma, sulla misura caldeggiata in primis dal Movimento 5 Stelle il rischio è che si apra una nuova frattura interna all’esecutivo.
Il piano di Palazzo Chigi prevede innanzitutto di attuare la proroga delle chiusure previste per il 3 aprile. Dovrebbe essere una proroga senza deroghe mentre qualche ombra c’è ancora sulla nuova data finale delle restrizioni. Il range ritenuto in queste ore più probabile è quello che va dal 15 al 18 aprile. Dopo Pasqua comunque, come indicato dal Comitato scientifico con cui sia Conte sia il ministro della Salute Roberto Speranza sono in costante contatto. Il premier vuole seguire la stessa via percorsa per la messo in campo delle chiusure: quella della gradualità. E il comparto che potrebbe beneficiare delle prime aperture potrebbe essere quello delle attività produttive per cui la serrata, spiega Conte a El Pais, “non potrà durare molto”. Ma la prudenza è d’obbligo. “Chiedere la riapertura di aziende, scuole, uffici, renderebbe vani gli sforzi fatti e sarebbe un insulto a chi ha lottato fino alla fine ma non ce l’ha fatta”, frena il ministro Federico D’Inca’. Il Dpcm non necessita dell’ok del Cdm ma è possibile che sia sul tavolo della riunione prevista questa settimana. Sarà quello un momento anche per fare un primo, importante, giro d’orizzonte sul decreto aprile. L’imperativo del governo è trovare liquidità per imprese, autonomi, lavoratori.
E, in queste ore, acquista concretezza la misura di un reddito di emergenza ad hoc per chi ha subito, economicamente, la crisi coronavirus. A cominciare da precari, stagionali e lavoratori in nero. “Servono i tre miliardi e procedure semplificate in modo da poterlo erogare in pochissimo tempo”, spiega la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Nel frattempo è stata sottoscritta la convenzione per l’anticipo della cassa integrazione da parte delle banche ai lavoratori sospesi a causa dell’emergenza coronavirus. Il governo con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Abi e le parti sociali, dopo un lungo confronto in videoconferenza, hanno infatti condiviso un protocollo che consente l’anticipo ai beneficiari degli ammortizzatori scoiali previsti dal decreto “Cura Italia”.
Arrivano anche le istruzioni Inps per chiedere il bonus per i lavoratori autonomi, liberi professionisti, i collaboratori coordinati e continuativi, i lavoratori stagionali e quelli dello spettacolo. Le istruzioni sono contenute in una circolare appena pubblicata e chiariscono che per l’indennità di 600 euro non è prevista alcuna contribuzione figurativa. L’indennità non contribuisce alla formazioni del reddito. E’ erogata dall’Inps previa domanda, anche con il Pin semplificato, che potrà essere presentata da domani.
Parallelamente nel governo si fa avanti l’idea della semplificazione di alcuni requisiti – a cominciare da quelli immobiliari – per ottenere il reddito di cittadinanza. “Per il reddito di emergenza stanzieremo il necessario”, spiega il Dem Antonio Misiani, viceministro al Mef. Ma la misura rischia di innescare nuove tensioni nel governo. Perché al pressing M5S si contrappone la trincea di Iv. “Estendere il reddito è una visione assistenzialista miope. La misura sociale più urgente e giusta è quella di riaprire le aziende per non far partire i licenziamenti”, sottolinea Matteo Renzi.
Favorevole al rem è LeU mentre l’opposizione resta alla finestra. Centrodestra che, questa settimana, sarà a Palazzo Chigi per incontrare Conte sul dl aprile. “La nostra proposta non ha nulla a che fare con il reddito di cittadinanza”, precisa Antonio Tajani di FI. Di certo, sul dl, Conte difficilmente potrà attendere l’Ue ed è pronto a fare nuovo deficit. Ma la battaglia con i falchi di Bruxelles è solo rimandata e il pressing dell’Italia su bond che finanzino il post-crisi è costante. “Gli istinti nazionalisti, in Italia ma anche in altri Paesi, saranno molto forti se l’Ue non sarà all’altezza”, spiega Conte. E il suo appare, soprattutto, come un avvertimento alla cancelliera Angela Merkel, sponda del premier fino allo scoppiare dell’emergenza pandemica.
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