“Il Mes non è uno strumento adeguato” e “utile allo scopo”, ma se il ricorso al Meccanismo europeo di stabilità non dovesse prevedere delle condizionalità “lo valuteremo: non possiamo non valutare la situazione in cui non ci sono condizionalità, ci mancherebbe”. Sono le parole del capo politico M5S, Vito Crimi, ai microfoni di “Radio anch’io” su Rai Radio1.
“Il problema oggi – ha proseguito il viceministro dell’Interno – è che questo strumento ci porta delle condizionalità future anche imprevedibili. Se avessimo la certezza che nessuno dopo due-tre anni venga a commissariare il Paese, è chiaro che potremmo prenderlo in considerazione. Ma questo deve essere certo e oggi non lo è”.
Dentro i 5 stelle c’è grandissimo fermento attorno al Mes. Già nei giorni scorsi Roberto Fico aveva fatto breccia nel muro assoluto dicendo al Tg3 che “bisogna vedere prima il documento”, ma “se è senza condizioni, allora potrebbe essere possibile ipotizzare un’adesione”.
E’ stata una notte di fibrillazioni nel M5S dopo la presentazione dell’ordine del giorno di Fdi contro il Mes, sul quale l’Aula della Camera si esprimerà dopo la votazione finale sul Cura Italia. Votando no all’ordine del giorno si aprirebbe di fatto al Mes, che nel Movimento continua a dividere, anche dopo il sì del Consiglio Ue a un Recovery Fund “urgente”. E, non a caso, in tarda serata interviene Beppe Grillo, con un nuovo endorsement a Giuseppe Conte. “Forse l’Europa comincia a diventare una Comunità. “Giuseppi” sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così”, scrive il fondatore del M5S su Twitter.
Una girandola di telefonate, nella notte, avrà luogo per tentare di compattare il gruppo. “Quella della Meloni è una trappola che non va nel merito del Mes, non possiamo caderci”, spiega un deputato tra i più vicini ai dossier europei.