Il malcontento generale è un’occasione troppo ghiotta per Matteo Salvini, che da ieri, insieme a un manipolo di leghisti, sta ‘occupando’ l’Aula della Camera e ha dichiarato che lo farà “finché non avremo risposte certe dal presidente del Consiglio sui tempi della riapertura e sulle regole che dovranno seguire per riprendere le loro attività i ristoratori, i parrucchieri, i baristi, gli estetisti, i tatuatori e tutti lavoratori che da 50 giorni sentono parlare tute le sere in televisione Giuseppe Conte ma non sanno come fare per mantenere la loro famiglie. Il luogo per venirlo a spiegare è il Parlamento, non la tv con Casalino” ha concluso nella dichiarazione su Facebook.
“Dormire in quest’Aula, lo faremo fino a che in quest’Aula non si daranno risposte concrete agli italiani: basta chiacchiere, basta parole. La prossima volta, presidente Conte, non ci porti promesse ma fatti realizzati” ha poi detto Salvini durante il suo intervento in Senato per l’informativa di Conte. “Dalle scelte in quest’Aula dipenderà il futuro dei nostri figli. Qualcuno vede per l’Italia un futuro da colonia cinese, qualcuno da colonia tedesca, io la Lega e il centrodestra vediamo per l’Italia un futuro orgogliosamente italiano”, ha aggiunto.
Il futuro ‘orgogliosamente italiano’ di Salvini è anche un futuro in cui, fregandocene del contagio, apriamo tutto con oltre 2.000 casi nuovi ogni giorno, senza capire che tra finanza e salute deve sempre vincere quest’ultima, perchè è principalmente da quella che dipende il futuro dei nostri figli e del paese. Eppure, per Salvini il Governo “sta trattando gli italiani come bambini dell’asilo, che vanno accuditi, cui va concessa la passeggiatina ma non troppo lontana. Gli italiani invece si stanno dimostrando un popolo rispettoso delle regole. Diteci poche cose, quelle si devono fare, ma i cittadini da casa non hanno capito chi può e chi non può riaprire, gli orari, come si apre”.
E a Conte ha detto: “Lei è pagato per risolvere quello che non va: noi possiamo proporre, lei deve risolvere. I cittadini aspettavano risposte su mutui, affitti, bollette. E invece zero per le famiglie. Penso che un bambino nato in Italia meriti almeno gli stessi 25 euro al giorno che lo Stato spende per accudire un immigrato sbarcato” ha concluso, non resistendo alla tentazione di infilare nella sua retorica populista un po’ di sano razzismo vecchio stile.
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