Sono circa 200 mila gli immigrati regolarizzati dal Governo con il Decreto Rilancio. Luciana Lamorgese indugia più volte sulle tante ore dedicate con i ministri Bellanova, Catalfo e Provenzano al capitolo della regolarizzazione dei migranti. Arrivare a un testo condiviso è stata dura, spiega ma ora, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Interno si dice “molto soddisfatta” della sintesi. “Credo che questo provvedimento di regolarizzazione e di emersione garantista allo stesso tempo, soprattutto nel contesto emergenziale attuale, la dignità delle persone, la sicurezza sanitaria, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro”.
“Il numero di richieste potrebbe collocarsi a metà strada tra la regolarizzazione del Governo Berlusconi, circa 300 mila domande, e quella del governo Monti, circa 100 mila” spiega la titolare del Viminale, precisando che “non è un condono, ma una procedura di emersione e di regolarizzazione che, al pari di quanto fatto da altri governi, accende un faro sui rapporti di lavoro e sugli immigrati irregolari sui quali, ora, potremmo disporre dei dati anagrafici, previdenziali e sanitari, compresi quelli utili a gestire l’emergenza Covid-19 anche in contesti sociali difficili da monitorare”.
Lamorgese spiega ancora che sono stati messi in campo strumenti contro i datori di lavoro che assumono e impiegano manodopera mediante attività d intermediazione illecita, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno: “Ora rischia di più chi ricorre al caporalato”.
Altro capitolo a cui il Viminale sta dedicando particolare attenzione è il rischio di infiltrazione mafiosa nella crisi economica da Covid-19. Un “rischio alto”, secondo Luciana Lamorgese, soprattutto “i piccoli imprenditori a corto di liquidità potrebbero esporsi ai tentacoli dell’usura”. Per questo “la rapida erogazione” delle risorse destinate a famiglie e imprese nel Decreto Rilancio ”è fondamentale” perché “i ritardi rischiano di favorire i sodalizi criminali che possono mettere immediatamente a disposizione i loro aiuti. E’ quindi necessario evitare inutili aggravamenti procedurali”.