A lui il governo non piace e, caso abbastanza imprevedibile, si è lanciato in una proposta che tanti auspicano ma che sarebbe molto curiosa.
«Ora serve un governo di solidarietà nazionale. Roma? La Raggi è una calamità ma non mi candido sindaco». Questa la sintesi dell’intervista di Carlo Calenda a Leggo.
Calenda si dice “preoccupato” per la situazione in cui il paese potrebbe trovarsi in autunno, e propone un governo di unità nazionale. «
Gli esponenti di destra e sinistra, da Bonaccini a Zaia, passando per Giorgetti, Crosetto fino alla Gelmini e Zingaretti – suggerisce l’ex ministro – si confrontino, superino il conflitto permanente. Serve un governo che veda la partecipazione di tutte le forze responsabili del Paese. Non si può fare altrimenti. L’alternativa è il governo tecnico, ma sarebbe un’altra sconfitta per la politica. E la politica dopo pochi mesi lo affosserebbe».
Su Roma e sulla sua eventuale candidatura a sindaco della Capitale Calenda sostiene di considerare «Virginia Raggi una calamità naturale per Roma. Ho incontrato tanti politici incompetenti, ma mai incompetenti come la Raggi».
Sulla carica di sindaco è netto: «No. In questo momento sono impegnato in un progetto politico nazionale».