Amici dell'amico del nemico del nostro amico: la fiera dell'Est (libica) di Conte e Di Maio
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Amici dell'amico del nemico del nostro amico: la fiera dell'Est (libica) di Conte e Di Maio

Traduzione: vendiamo armi ad Al Sisi che sostiene Haftar, che attacca Serraj che anche l'Italia difende. Più che la nostra politica estera sembra la canzone di Branduardi

Conte e Al Sisi
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

31 Maggio 2020 - 10.28


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Alla fiera dell’Est… Era il martellante leit motiv di una indimenticabile canzone di Angelo Branduardi.
A quei tempi, era il 1976, l’attuale ministro degli Esteri era molto al di là dal nascere (1986). Non sappiamo se la sua cultura musicale arrivi al grande menestrello Angelo, ma se così non fosse, possiamo attualizzargliela così.
Alla “fiera dell’Est” l’Italia vende le armi ad un “faraone” che poi le usò. Le usò per sparare ai manifestanti che in piazza lo contestavano. Alla “fiera dell’Est” il “faraone” (al-Sisi) quelle armi una parte le ripiazzò. E le ripiazzò a un generale (Haftar) che in Libia quelle armi (italiane) usò. E le usò per combattere un primo ministro (Sarraj) che l’Italia appoggiava. Appoggiava ma non armava, perché alla “fiera dell’Est”, Conte (il presidente del Consiglio, non il mitico cantautore) a Sarraj telefonava, e lo sosteneva, e lo rassicurava, ma di armi nemmeno un po’. E allora Sarraj alquanto infuriato, alla “fiera dell’Est” alla porta del Sultano (Erdogan) alla fine bussò. E il Sultano, senza perder tempo, di armi e mercenari Sarraj riempì. E così, alla “fiera dell’Est”, l’Italia vende le armi al “faraone”, e il “faraone” le passa al generale, e il generale le usa contro il premier che l’Italia sostiene. E quel premier va dal Sultano che le armi gli concede, e così frega l’Italia che in Libia palla non più toccò. Ma il Sultano non si accontentò.
E alla porta di Roma iniziò a bussare per andare all’incasso della liberazione di una giovane volontaria. E così, alla “fiera dell’Est”, l’Italia vende le armi al “faraone”, e il “faraone” le piazza al generale, che le usa contro il primo ministro, e il primo ministro va dal Sultano che poi va dall’Italia a incassare…
Chi ha memoria musicale, provi a ritmare sul motivo di Branduardi, aggiungendoci, magari, altre strofe. Perché, a ben vedere, quanto a cantonate nel mondo, l’Italia del duo Conte&Di Maio, ne ha prese tante da poter riempire un cd. Alla “fiera dell’Est”, l’Italia ha promesso di non vendere bombe ai sauditi, ma quella promessa se la dimenticò. Come si dimenticò di riconoscere lo Stato palestinese. Alla “fiera dell’Est”, l’Italia corteggiò il russo, e poi il cinese, ma senza dimenticare l’americano. Conclusione: alla “fiera dell’Est”, l’Italia si sputtanò.

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