Tutti contro tutti sul Mes: ecco perché il meccanismo europeo di stabilità divide la politica italiana
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Tutti contro tutti sul Mes: ecco perché il meccanismo europeo di stabilità divide la politica italiana

Aderire o no al Fondo Salva Stati? Le divisioni (e le condivisioni) sono trasversali e lo scenario dei prossimi giorni resta in evoluzione

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30 Giugno 2020 - 13.16


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L’ultimo ‘no’ al Mes del Movimento 5 stelle è arrivato la notte scorsa, all’inizio del vertice degli esponenti di governo. La contrarietà al fondo salva Stati è stata compatta – riferisce chi era presente alla riunione – e il capo politico Vito Crimi non ha apprezzato chi nei parititi di maggioranza su questo tema si sta “muovendo con modi e accenti che non si conciliano con questa fase cruciale per il Paese”.

La tensione tra soci di maggioranza sale. Luigi Di Maio guarda all’Europa: “La Bce ci ha dato un grande sostegno acquistando i nostri titoli di Stato. Gli strumenti ora ci sono e dobbiamo riconoscerlo. Quindi basta piagnistei, tocca al governo dimostrare di essere all’altezza della sfida. Il presidente Conte continua a dire che sarà sufficiente il Recovery Fund e noi abbiamo fiducia nelle sue parole”.

Il Partito democratico insiste invece sul sì ai 37 mld di euro destinati alla sanità. Il presidente dei senatori dem, Andrea Marcucci, propone la nomina “di un Garante per il Fondo sanitario. Una figura autorevole che rassicuri innanzitutto quanti pensano che l’Europa possa nascondere qualcosa sull’uso di questi fondi”.

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“Tutte le ragioni obiettive portano a dire che non si capisce perché dobbiamo dire di no”, afferma invece a SkyTg24 Piero Fassino, che critica duramente il Movimento. “L’atteggiamento del M5s è inaccettabile – spiega senza giri di parole il deputato dem – non si pianta una bandiera e poi si dice che non ci si muove da lì per ragioni puramente ideologiche. L’argomento che viene addotto sui giornali è che il Movimento si spaccherebbe perché alcuni non sono d’accordo. Vengono prima gli interessi di un Paese o di un partito? In nome di un interesse di partito si sacrifica l’interesse di un Paese. Lo trovo insensato”, conclude.

Anche per Matteo Renzi, leader di Italia viva, “è fondamentale chiudere rapidamente la partita sui 37 miliardi che servono alla nostra sanità e che, per un motivo ideologico, qualcuno vorrebbe buttare via”. Il centrodestra sulla questione si dimostra diviso. Per Silvio Berlusconi rifiutare sarebbe un atto di “assoluto masochismo per noi ed anche un imperdonabile sfregio all’Europa”.

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Al leader di Forza Italia risponde quello della Lega, Matteo Salvini, che in visita a Castel Volturno dice: “Portino in aula il Mes e vediamo cosa voterà il Parlamento, che è sovrano. Penso che la maggioranza sia assolutamente a favore dell’interesse nazionale – taglia corto – l’importante è il voto, portino il Mes in Parlamento e vediamo che succede”.

Francesco Lollobrigida, conferma infine la linea di Fratelli d’Italia: “In Europa c’è chi vorrebbe ricattarci per costringerci ad aderire al Mes. E in Italia c’è chi è disponibile ad accettare il ricatto. Fratelli d’Italia chiede che il Parlamento voti per evitare questo strumento inutile e dannoso”, dice il capogruppo alla Camera del partito di Giorgia Meloni.

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