Sbarchi dalla Tunisia, la strategia di Di Maio: "Mettere fuori uso i barconi"
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Sbarchi dalla Tunisia, la strategia di Di Maio: "Mettere fuori uso i barconi"

Il Ministro degli Esteri: "Bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate"

Di Maio
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31 Luglio 2020 - 09.42


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Luigi Di Maio interviene sulla questione degli sbarchi dalla Tunisia, spiegando che la sua strategia consiste nel ‘pragmatismo: “Bisogna fermare i barconi che partono dalla Tunisia e dialogare per una nuova intesa con Tunisi sui flussi” dice il Ministro degli Esteri. 
“Va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti. Bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar – ha detto Di Maio – Lo scenario ricorda quello albanese degli inizi del 2000 e allora con il governo di Tirana si cooperò in questo senso, il che contribuì a fermare i flussi. Con Tunisi dobbiamo sperimentare la medesima strada a mio avviso, lavorando naturalmente su più fronti”.

Il ministro degli Esteri ha sottolineato che “qui non si tratta di avere una linea dura o meno, non c’è e non deve esserci un approccio ideologico al tema, bensì pragmatico e concreto. La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale. Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice”.

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“C’è una fase di instabilità politica in Tunisia che sta alimentando gli arrivi verso l’Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze. Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo. Anche perché la Tunisia è un Paese sicuro e chi parte per l’Italia viene rimpatriato. Non sarà regolarizzato nessuno”, ha aggiunto

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