Le grandi sfide che ci sovrastano, con Covid in aumento nel mondo (altro che battaglie con evocazione di grandi principi contro le mascherine), scoppio in alto del Pil senza precedenti, anche se previsto ma non in tale misura; ma anche finalmente l’accordo per una radicale riforma dei cosiddetti decreti sicurezza di salviniana memoria che tanti morti, sofferenze e ingiustizie hanno provocato oltre al doloroso discredito per tutta l’Italia sui media del mondo intero.
Solo il leader leghista si preoccupa d’altro: torna a fare un tuffo al Papete, accusa il Senato di persecuzione e di giustizia alla ”Palamara” e infine di slealtà e falsità Conte e Toninelli che forse in verità qualche imbarazzo potrebbero provare. Quasi a riparazione infatti si scatena l’immediato attivismo del ministro Di Maio contro la Tunisia, le esplicite riserve di Crimi e del battitore libero Di Battista, col rischio di apparire addirittura nostalgici di “porti sicuri e sicurezza delle frontiere a difesa della patria”, locuzioni tipiche della narrazione del leader leghista su cui Salvini è tornato anche ieri dicendosi certo e sicuro dell’approvazione e del sostegno del popolo italiano che gli rinnoverà consenso e fiducia. Allora i decreti sicurezza secondo Salvini torneranno in auge e la patria sarà salva! Opportunamente una ferma e chiara risposta è venuta dal Quirinale. Ricevendo i rappresentanti della stampa parlamentare in occasione della tradizionale cerimonia del ventaglio, come già a Bologna Mattarella è stato molto esplicito e diretto su un tema cruciale che non ammette facili furberie all’ombra di sacri principi strumentalmente ed erroneamente tirati in ballo. Se la vita e la salute dei concittadini sono in gioco mettere o togliere la mascherina – rispettando le prescrizioni – non è un optional, ma un dovere costituzionale, morale e civico a cui non ci si deve sottrarre.
Argomenti: matteo salvini