Per Massimiliano Smeriglio, europarlamentare eletto con il Pd, ex vice di Zingaretti alla regione Lazio, “non bisogna avere un atteggiamento escludente rispetto a chi quattro anni fa ha votato 5 Stelle perché deluso dalle esperienze di centrosinistra, ma poi si è pentito. Bisogna dare loro il benvenuto, avere un’impostazione aperta e seguire un percorso partecipato”.
Smeriglio è stato tra i primi a proporre un rapporto strategico con i 5 stelle per il governo. Ma non per il comune di Roma, dove invece è tra i più attivi nella ricerca di un’alternativa di centro sinistra a Virginia Raggi. E ora propone primarie allargate, aperte a “tutti quelli che non vogliono consegnare la città ai nazionalisti di Meloni e Salvini e che sono rimasti scottati dall’esperienza Raggi”.
Smeriglio immagina “un percorso a tappe. Prima la sottoscrizione di un manifesto dei valori del campo democratico e progressista, poi gli stati generali delle idee della coalizione e infine ma entro l’anno le primarie tra tre o quattro candidati. Per evitare che diventino il giochino della visibilità di sfidanti senza radicamento, si dovrà prevedere una regola: almeno cinque o seimila firme a sostegno della candidatura. Non sono troppe visto che per vincere bisogna prendere un milione di voti. Le primarie sono indispensabili ma devono servire a unire, non a frammentare”.
“Se ci fosse stata la disponibilità di qualche protagonista di primo piano in grado di tenere insieme la dimensione locale e quella globale ne sarei stato felice. Ma così non è, allora penso che si debba dare fiducia a una classe dirigente cittadina che in questi anni è cresciuta”, afferma Smeriglio. “A settembre ci sarà la festa Visionaria e nel programma spicca un bel confronto tra Monica Cirinnà e Amedeo Ciaccheri. Sarò in prima fila”.
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