Anche nella Lega cresce il fronte del No al Referendum
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Anche nella Lega cresce il fronte del No al Referendum

Ora che è uscito allo scoperto un big come Giancarlo Giorgetti (''io voterò no convintamente''), c'è il rischio che l'effetto slavina del 'no' sia incontenibile.

Giorgetti
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11 Settembre 2020 - 19.28


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Da tempo a mezza bocca molti deputati e senatori della Lega confessavano tutta la loro contrarietà al taglio dei numero dei parlamentari. Ora che è uscito allo scoperto un big come Giancarlo Giorgetti (”io voterò no convintamente”), c’è il rischio che l’effetto slavina del ‘no’ sia incontenibile e travolga Matteo Salvini, che prima si è schierato per il sì e poi ha dovuto adeguarsi e concedere, come ha fatto Silvio Berlusconi per Forza Italia, libertà di scelta ai suoi.

L’outing dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non meraviglia nessuno, probabilmente neanche il ‘Capitano’, ma conferma che nel Carroccio il tema fa discutere e non va sottovalutato, anche perchè offre l’immagine di un centrodestra spaccato alle urne. Se infatti è sempre stata limpida la linea ufficiale di Giorgia Meloni che, sulla scia dei Cinque stelle, è rimasta ferma sul sì, non si può dire lo stesso per gli alleati. ”E’ la politica dei due forni di andreottiana memoria”, sorride un big di Fi, che conosce bene Salvini e il Cav. “Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile”, esce allo scoperto Giorgetti, ufficializzando una fronda intera già ampia al Senato.
Dopo l’outing del numero due di via Bellerio è la volta di un altro big, il senatore Gian Marco Centinaio che all’Adnkronos dice: ”Io voterò no. Non ho partecipato a nessuna votazione in Aula, al Senato, per non mettere in imbarazzo i colleghi e il partito. Sono fermamente convinto che questa non sia la riforma giusta della nostra Costituzione”. Per Centinaio i tanti no non creeranno ” nessun imbarazzo a Matteo” e non ”ci sarà nessun problema neanche per la tenuta della coalizione di centrodestra” perchè ”gli italiani considerano il referendum marginale rispetto alla vita politica del nostro Paese: è una cosa che interessa solo alcuni dirigenti del Movimento cinque stelle, visto che tanti parlamentari 5S in sede separata confidano che voteranno no”.

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