Fondi neri della Lega, l'ipotesi: "soldi usati anche per lo staff di Salvini"
Top

Fondi neri della Lega, l'ipotesi: "soldi usati anche per lo staff di Salvini"

“Tali fondi - si legge nella Sos - sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff” dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, “Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini”.

Salvini
Salvini
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Settembre 2020 - 20.49


ATF

“Operatività non coerente rilevata tra diverse società, coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, ed il partito politico Lega Nord” molte delle quali “riconducibili a (…) dottori commercialisti” di Bergamo e Milano.

E poi “operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (…) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili” al movimento.

E’ il quadro descritto in una segnalazione di operazioni sospette, una ‘Sos’, dell’Uif di Bankitalia del 2019 e riportata in un’informativa trasmessa lo scorso aprile dalla Gdf ai magistrati di Milano che indagano sul caso ‘Fondi Lega’ e sulla compravendita a prezzo gonfiato di un capannone da parte di Lombardia Film Commission.

Inchiesta che una settimana fa è sfociata negli arresti domiciliari di Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Mazoni, tre professionisti vicini al movimento e del cognato del primo Fabio Barbarossa, e che ha portato, tra l’altro, a iscrivere nel registro degli indagati per riciclaggio Roberto Tradati, il responsabile di Fidirev, la fiduciaria attraverso la quale sarebbero transitati parte degli 800mila euro incassati dalla vendita dell’immobile.

Leggi anche:  Salvini usa la giornata della violenza contro le donne per fare propaganda xenofoba contro gli immigrati

Gli ispettori di via Nazionale, nel loro report, hanno tracciato la cornice dentro la quale si stano muovendo le indagini del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi che riguardano una vicenda che ha pure connessioni con quella dei 49 milioni spariti e su cui sta lavorando la Procura di Genova. In un passaggio si sottolinea che “a fronte di fondi ordinati” dal partito e “dal Gruppo Lega.Salvini premier” a favore di entità collegate sono stati disposti pagamenti a favore di Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri e fermato a luglio.

Inoltre, oltre a citare il caso dell’imprenditore Francesco Barachetti e della moglie russa, si parla anche della vicenda, già emersa, della società Valdolive “impegnata nel settore pubblicitario, precedentemente di proprietà” di Vanessa Servalli barista e cognata di Alberto Di Rubba, pure lei tra gli indagati uno dei tre commercialisti ai domiciliari da una settimana, che “ha ricevuto bonifici dalla Lega Nord, dalla Partecipazioni S.r.l. e dallo Studio Dea Consulting S.r.l”, nomi ricorrenti nell’indagine milanese.

Leggi anche:  La Lega pronta ad aprire le porte a Marco Rizzo, Borghi: "La pensiamo nella stessa maniera su tante cose..."

“Tali fondi – si legge nella Sos – sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff” dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, “Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini”. Ed è in questo quadro che oggi si è tenuto l’interrogatorio di Scillieri. Un faccia a faccia che sarebbe andato avanti per molte ore e sul quale c’è il più stretto riserbo. E’ stato lui, che a differenza di Manzoni e Di Rubba non si è presentato al gip per essere interrogato, a volere il confronto con i pm. Confronto che potrebbe aiutare a chiarire quello che, è l’ipotesi della Procura milanese, potrebbe essere un ‘sistema’ architettato per creare presunti ‘fondi neri’ raccolti dai contabili vicini al Carroccio.

Scilleri, in un’intercettazione, aveva affermato “di cose ne so, e vorrei tenermele per me e portarmele nella tomba, però se apro quel cassetto..”, con riferimento al ‘cassetto della memoria’. Come hanno annotato i pm nella loro richiesta di arresto, pare abbia “più di un ricordo di significative ruberie”. Inoltre è al centro di un ulteriore capitolo della complessa indagine: un milione e 600 mila euro che sarebbero arrivati con più bonifici dalla banca svizzera Credinvest sul conto di una società a lui collegata, la Futuro Partecipazioni.

Native

Articoli correlati