Non lo ripeteremo mai abbastanza: Matteo Salvini è uno dei diretti responsabili della situazione disastrosa in cui verte l’Italia nella gestione della pandemia. Fin da quando i numeri hanno cominciato ad essere più bassi e il Governo ha sollevato il lockdown, Salvini ha remato contro l’esecutivo, passando istericamente dal negazionismo estivo (“Non c’è scritto da nessuna parte che debba arrivare la seconda ondata”) fino alla polemica autunnale (“Cosa ha fatto il Governo per impedire la seconda ondata?”).
È chiaro che in un paese normale un comportamento simile come minimo sarebbe bollato come schizofrenico, quando non patetico, ma siamo in Italia e Salvini ha la sua influenza. E anziché usare la sua influenza per invitare gli italiani, che dice di amare, a tenersi al sicuro e rispettare le misure di sicurezza, Salvini ha cavalcato negazionismo, rabbia, frustrazione e sentimento antiscienza per i suoi biechi calcoli di opportunismo.
E continua oggi: “Abbiamo fatto più di 1.000 proposte in Parlamento, quasi tutte ignorate. Le ultime oggi: cure a domicilio con tutti i farmaci esistenti, orari riservati agli anziani per fare la spesa e prendere l’autobus, indennizzi immediati sul conto corrente a tutte le attività chiuse. Meglio curare che chiudere! Il governo ci ascolti, invece di prendere in giro sindaci e governatori. È questo quello che Conte chiama ‘dialogo’?”.
Salvini parla e fa proposte (dice lui) ma non il modo per attuarle. E la Lega ha liquidato con un ‘adesso è tardi’ l’invito del Pd (lo ha proposto per primo il capogruppo pd al senato Marcuci) di una cabina di regia tra maggioranza e opposizione. Le sue rivendicazioni sul Governo che non dialoga sono un capriccio, un piagnisteo continuo, come l’ormai virale commento del leghista alla chiamata che Conte ha fatto ai due noti influenzer Chiara Ferragni e Fedez, perché invitassero sui loro canali social a indossare la mascherina: “Conte preferisce parlare con fedez che con me”. Un bambino delle elementari sarebbe più maturo.
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