La ricordate la storia leggendaria di Hiroo Onoda, “l’ultimo giapponese” che rifiutò di arrendersi insieme al suo paese nel 1945 e proseguì la sua personale guerra per anni, fino al 1972 quando alla fine fu costretto a consegnare la spada? Ecco, in termini molto meno epici e parecchio più patetici, Matteo Salvini è l’ultimo giapponese di Donald Trump.
“Le mascherine con Trump? Ce le ho, non cambio idea quando si vince e quando si perde… Ho cominciato a tifare il Milan quando era in serie B, non quando vinceva la Coppa Campioni. Quindi, non cambio idea. Però sulle elezioni americane è giusto aspettare il dato ufficiale e finale, se ci sono dubbi, riconteggi, brogli. Io faccio i complimenti al nuovo o al vecchio presidente quando c’è il risultato finale”.
Salvini, quindi, aspetta il dato ufficiale. Poco importa che tutti i media americani abbiano dato per scontata la vittoria di Biden, che ogni stato in cui Trump sta richiedendo di contare i voti staino confermando il risultato, che tutit gli avvocati di Trump stiano rinunciando all’impresa di sovvertire il risultato delle elezioni. Salvini aspetta, come Onoda, che il suo Trump vinca la guerra.
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