In un’intervista al Corriere della Sera l’ex ministra non esclude una rottura, ma esclude che la responsabilità sia di Italia Viva: “Spero di no, ma temo di sì” replica in relazione alla possibilità di interruzione dell’esperienza del Conte Bis. “Non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Salvini, non intendiamo darli a Conte”. Maria Elena Boschi oppone un no insindacabile alla governance studiata da Giuseppe Conte per gestire i soldi del Recovery Fund.
“Non stiamo alzando i toni, noi: siamo in presenza di un fatto gravissimo. Non è possibile che il premier sostituisca il Governo con una task force, i Servizi segreti con una fondazione, le sedute parlamentari con le dirette Facebook. Sono mesi che chiediamo una discussione parlamentare e scopriamo oggi un piano di cento pagine che commissaria i ministri con un emendamento in legge di Bilancio? Se il premier vuole rompere ci dispiace, ma faccia pure. Il richiamo alla responsabilità non può essere a senso unico”.
E ancora: “Noi non stiamo sfidando il premier, stiamo solo difendendo le istituzioni di questo Paese: non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Salvini, non intendiamo darli a Conte”. Boschi contesta a Conte di essersi mosso senza trasparenza, con un “progetto scritto nottetempo, senza consultazione né dentro al governo, né in Parlamento, né nella società, né con le categorie”
Italia Viva mette in secondo piano, ora, il tema del rimpasto, perché “avevamo suggerito a Conte un percorso per blindare la legislatura da qui al 2023, con una riorganizzazione e con il coinvolgimento dei migliori di tutti i partiti. La sua reazione è stata molto dura: Conte ritiene di avere i ministri migliori del mondo. Se è così non importa chiamare sei commissari per sostituirli e trecento consulenti, non trova? Quanto a noi, il rimpasto è un tema che non esiste più: se Conte pensa di avere i migliori del mondo, c’è da sperare che li faccia lavorare bene”.
Non va in secondo piano, invece, il ricorso al Mes sanitario. “Aspettiamo di capire che cosa dirà il premier – spiega Boschi – Se, come speriamo, riconfermerà una posizione europeista, noi saremo con lui. Non pensiamo che i parlamentari grillini facciano scherzi sulla riforma del Mes perché hanno troppa paura di andare a casa per mettersi contro, ma anche su questo ci aspettiamo parole di chiarezza. Il vero problema però è che il Governo continua a dire no ai 36 miliardi del Mes per la sanità che oggi, almeno in parte, avrebbero già potuto essere spesi”.
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