Virginia Raggi attacca il M5s: "Serve più coraggio ma non vogliono disturbare il Pd"
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Virginia Raggi attacca il M5s: "Serve più coraggio ma non vogliono disturbare il Pd"

Dopo l'assoluzione anche in appello sul caso Marra la prima cittadina di Roma accusa i suoi: "C'è chi sperava nella mia condanna per avere uno spazio"

Raggi e Zingaretti
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20 Dicembre 2020 - 16.13


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Ora che non ha più paura come prima quando prima di parlare – di fatto – chiedeva il permesso a Beppe Grillo, a Di Maio e agli altri capi e capetti M5s, la sindaca di Roma spara ad alzo zero.

“Io mi sento assolutamente del Movimento, sono tra coloro che lo hanno fondato qui a Roma. Però ritengo che debba avere più coraggio”. Così la sindaca di Roma Virginia Raggi dopo l’assoluzione in appello sulle nomine al Campidoglio.

“Ho notato che talvolta tende a non voler disturbare l’alleato di governo, il Pd. Ma non bisogna cedere sui nostri temi: abbiamo un’identità e va mantenuta. Non dobbiamo diventare la copia degli altri”, afferma la prima cittadina della capitale, “per esempio sulla legge per i poteri speciali a Roma. Se ne parla, ma senza mai arrivare al punto”.

“Ho dovuto dare ragione a Carlo Calenda che ha denunciato il tentativo di ‘inciucio’ alle mie spalle. E soprattutto ha denunciato il silenzio politico’ di chi sperava nella mia condanna per avere uno spazio che evidentemente non riesce a conquistarsi con argomentazioni politiche”, afferma Raggi. 

Leggi anche:  M5s, Todde traccia la linea: "Abbandonare il passato anti-sistema, non possiamo solo fare testimonianza"

Ce l’ha con Luigi Di Maio? “Non ce l’ho con nessuno in particolare. In questi giorni ho sentito Beppe Grillo e Davide Casaleggio, e ho parlato anche con Alessandro Di Battista: li ringrazio. Anche altri mi hanno inviato dei messaggi e mi ha fatto davvero piacere”.

Nel movimento cinque stelle, secondo Raggi, “molti dovrebbero rivedere le proprie posizioni dettate più dal fanatismo che dalla ragione. Ad esempio, io credo che vadano riviste le regole che portano alle dimissioni di un amministratore, come poteva capitare a me”.

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