Un ultimatum, l’ennesimo: se non c’è accordo il governo farà senza di noi. Ossia la crisi di governo sperando in qualche mossa del cavallo.
Il Recovery Plan messo a punto dal governo Conte è un piano “senz’anima”. Lo sostiene Matteo Renzi, secondo il quale il Recovery Plan “manca di ambizione”, è un “collage raffazzonato di pezzi diversi di diversi ministeri” ed è “impregnato di cinquestellismo giustizialista”. Per questo, aggiunge, Italia Viva presenterà ben 61 proposte di modifica.
“Mercoledì mattina – spiega Renzi – il ministro Gualtieri ospiterà la delegazione di Iv: andranno i capigruppo Faraone e Boschi e i ministri Bonetti e Bellanova. Con questa delegazione presenteremo 61 punti su cui al momento non siamo d’accordo delle 103 pagine di Next generation Eu. Dico ‘al momento’ perché chiederò ai parlamentari di Iv di indicare eventuali ulteriori suggerimenti. Andremo combattivi come sempre”. E “se c’è l’accordo si va avanti, se non c’è l’accordo i ministri si dimetteranno e ritireranno il loro incarico. Noi non siamo in cerca di poltrone. Noi pensiamo che le idee valgano di più delle poltrone”.
La controproposta al Recovery Plan di Conte parte “da 4 voci che in un acronimo formano la parola Ciao (Cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità). Il filo rosso che le lega è la parola lavoro”, prosegue Renzi, sottolineando che dei 19 miliardi su scuola, università e ricerca IV propone “di raddoppiare la cifra sul capitale umano. L’Italia deve candidarsi a prendere il posto degli inglesi nell’attrattività di Erasmus: diciamo a Pd, M5s e Leu di puntare sullo ius culturae dando la cittadinanza agli studenti universitari che verranno a studiare in Italia”.
Perché, secondo l’ex premier, “essere il Paese dell’opportunità significa mettere al centro i giovani. Ci sono solo due miliardi nel piano. Non è pensabile che sull’emergenza di giovani e occupazione ci siano 2,1 miliardi. Non si va da nessuna parte se si mette sul superbonus dieci volte quello che si mette sui giovani”.
E poi c’è il capitolo “Mes per la sanità: su questo punto non torniamo indietro”, aggiunge. “I denari del Recovery fund sono più condizionati di quelli del Mes. Oggi si contano 273 medici morti, trovo vergognoso che si stia ancora a discutere dei 36 miliardi del Mes”.
Per aiutare l’Italia a ripartire, il leader di Italia Viva è convinto che “dovremo fare tutti uno sforzo. Il nostro è un documento molto serio. Io parto dalla cultura, chi vuole partire dal giustizialismo può farlo ma io voglio partire dalla cultura. Possiamo discuterne? Posso parlarne o è lesa maestà? Il nostro è un contributo costruttivo. Sui contenuti abbiamo ragione noi e lo dicono a mezza voce tutti. Perché non si può dire? Perché c’è la campagna di vaccinazione? Questo è populismo”.
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