Conte, frecciata a Renzi: "Non voglio credere che si pensi alla crisi di Governo in uno scenario del genere"
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Conte, frecciata a Renzi: "Non voglio credere che si pensi alla crisi di Governo in uno scenario del genere"

Nel corso della conferenza stampa di fine anno, il premier Conte: "Io lavoro con le forze di maggioranza, non ho mai pensato di far squadra da solo. Se verrà posto il problema, se ne discuterà"

Conferenza stampa di Conte
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30 Dicembre 2020 - 16.08


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Nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno, il premier Conte ha toccato moltissimi argomenti tra cui, ovviamente, la possibilità di una crisi di governo: “È urgente fare una sintesi politica prima possibile attraverso una verifica di maggioranza” ha detto il premier, che ha aggiunto: “Non possiamo permetterci di galleggiare, ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”. E sul Recovery plan ha precisato che “un Cdm dedicato avverrà nei primi giorni di gennaio”.
“Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo – ha precisato Conte – Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco. Il passaggio parlamentare è fondamentale. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità”.
“Rispondendo a una domanda sulle critiche da parte di Matteo Renzi, il premier ha così risposto: “Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei: uno sono gli ultimatum, che non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Credo che sia stato nell’ultimo discorso di Aldo Moro, e vorrei sottolineare le sue belle parole: gli ultimatum non sono ammissibili in politica, perché hanno il significato di far precipitare le cose e impedire di raggiungere soluzioni positive. Io sono per un dialogo, per il confronto, per trovare una sintesi superiore”.
“E proprio in merito a una paventata crisi di governo, il premier Conte è stato lapidario: “Io in questi scenari non mi ci metto. Se verrà meno la fiducia da parte di una forza di maggioranza, ci sarà un passaggio parlamentare dove ognuno si assumerà le proprie responsabilità., Non voglio credere che in una scenario del genere si arrivi a una situazione del genere. Alla crisi. È chiaro, però, che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, in tal caso si può solo vivacchiare”.
Rispondendo a una domanda su un eventuale rimpasto di governo, Conte ha invece affermato: “Io lavoro con le forze di maggioranza, non ho mai pensato di far squadra da solo. Se verrà posto il problema, se ne discuterà per cercare risposte funzionali che aiutino l’interesse nazionale. Io sono disponibile nel perimetro di soluzioni che aiutino l’interesse nazionale”.
Proprio in merito al Recovery plan, il presidente del Consiglio ha precisato: “Io non ho detto che va tutto bene. Non abbiamo ancora il documento finale, non abbiamo ancora la governance. Non va tutto bene. Dobbiamo affrettarci. Dobbiamo correre, abbiamo una grande responsabilità”.
“C’è una riservatezza riguardo certi progetti, ne sono arrivati oltre 600. Tutti i ministri, anche quelli di IV, hanno lavorato per dare il loro contributo”, ha affermato riguardo i tempi lunghi del Recovery. “Fare un progetto non significa solo scrivere un titolo. Ogni progetto è di centinaia di pagine. Per il Recovery fund, dobbiamo elaborare un cronoprogramma Quello che sino a qui è mancato è la sintesi politica finale, dove è giusto che ciascuna forza politica esprima la sua visione nella selezione finale e nella distribuzione finale delle risorse. Bisogna scegliere. Secondo me 52-54 progetti sono ancora troppo numerosi. Bisogna concentrare ancora di più le risorse a disposizione su quei progetti che hanno attitudine a trasformare definitivamente nostro Paese”.
“Nel Recovery plan ci sono significavi investimenti nel Mezzogiorno, sull’Alta velocità Napoli-Bari, le dorsali, la Palermo-Catania-Messina, e ancora l’Agritech a Napoli e un’altra serie di investimenti capillari – ha rivelato -. Ed altri ce ne saranno sulla povertà educativa, e quelli nel digitale su cui si investirà prepotentemente al Sud”.
Il premier si è quindi concentrato sulla questione relativa alla campagna vaccinale “Entro gennaio in Italia dovremo avere 2milioni 350mila vaccini: oltre a quello di Pfizer arriverà anche un altro vaccino, quello di Moderna, perche’ l’Ema dovrebbe pronunciarsi entro i primi di gennaio”. Poi ha precisato: “Il vaccino, io stesso lo farei subito, ma cerchiamo di rispettare le priorità”.
I primi veri risultati dell’arrivo del vaccino anti Covid si avranno “a primavera inoltrata”, ha affermato ancora il presidente del Consiglio, precisando che “i primi risultati veri si avranno, a detta degli esperti, quando avremo vaccinato 10/15 milioni di cittadini e non credo avverrà prima di aprile. Allora si concluderà la fase 1”.
Oltre alla vaccinazione “dobbiamo anche confidare che nel giro di un po’ di settimane si consolideranno anche le terapie monoclonali certificate dalle autorità competenti che saranno molto efficaci. L’Italia non è seconda a nessuno nella ricerca ed esprime un livello di eccellenza. So che Toscana Life Science e il professor Rappuoli a Siena sono in fase molto avanzata per gli anticorpi che in qualche modo neutralizzano l’efficacia del virus”.

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