Fiano: “A Renzi dico che andare al voto sarebbe letale. Per il Pd non ci sono alternative a questo governo"
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Fiano: “A Renzi dico che andare al voto sarebbe letale. Per il Pd non ci sono alternative a questo governo"

Il responsabile della politica estera del Pd: "La salvaguardia del numero più alto possibile di vite umane e la salvaguardia del nostro sistema economico e sociale".

Emanuele Fiano del Pd
Emanuele Fiano del Pd
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5 Gennaio 2021 - 15.43


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di Emanuele Fiano

 

Onorevole Fiano, come ha personalmente vissuto una tragedia, che nessuno poteva minimamente prevedere?

Con grande preoccupazione – dice il responsabile della politica estera del Pd, rispondendo all’Agenzia SprayNews -. Abbiamo percepito, da subito, che fosse la più grave crisi, non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica, dalla seconda guerra mondiale in poi. Una crisi sistemica, che ha toccato, più o meno, tutte le popolazioni e tutti i sistemi sanitari ed economici. Una crisi devastante. E una grande ansia per la sorte di milioni di persone e per il futuro dei sistemi economici e sociali.

Il Governo poteva fare qualcosa di più? Matteo Renzi ha parlato, ieri, di disastro tecnico…

Si può sempre fare di più.  Penso che si debba, però, confrontare con quello che succede intorno a noi. Siamo circondati da Paesi, che hanno dovuto continuamente implementare le loro misure. Penso, in primis, alla Francia e alla Germania. Prima hanno aperto, poi hanno richiuso e inasprito le misure. Tutti i sistemi occidentali sono stati investiti da una forza non prevedibile né nel comportamento né nell’andamento. Dopodiché, penso che ci sia stata una prima fase, nella quale, grazie anche alla responsabilità degli italiani, siamo riuscire a contenere efficacemente la situazione, e una seconda fase, dove, anche in ragione dei problemi economici che si accumulavano per intere categorie di popolazione e di imprese, la linea di confine fra le misure rigide di contenimento e le esigenze economiche è sempre stata molto difficile da tracciare. C’è sicuramente una nota positiva, la reazione dell’Europa, che ha messo a disposizione, nostra e di altri, somme di denaro utili per la ripartenza. Si può sempre fare di più, ma non sarebbe stato facile per nessuno azzeccare tutte le mosse per tempo. E’ molto importante, in ogni caso, essere trasparenti, precisi e anche efficaci nella comunicazione.

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Onorevole Fiano, il Governo è davvero a rischio o la minaccia di Matteo Renzi di sfilarsi dalla maggioranza è solo una scaramuccia propagandistica?

Io penso che il Governo debba affrontare questo momento di crisi, dovuto, non solo alla somma dei problemi che abbiamo davanti, ma anche alle divergenze su alcune delle modalità da utilizzare per fronteggiarli, a partire dalle scelte sul reinvestimento dei soldi in arrivo dall’Europa, con la massima chiarezza.  Il Presidente Conte deve essere, come mi pare stia succedendo in queste ore, disponibile ad accogliere le critiche e a valutare le richieste di cambiamento sulle indicazioni, sin qui date sull’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Chi, invece, come Matteo Renzi, paventa una crisi, credo debba avere in mente che, una cosa sono le critiche giuste e costruttive per migliorare i temi, gli atteggiamenti e le decisioni, una cosa è gettare, in questo momento, il Paese in una crisi di legislatura. Rischiare di andare al voto, mentre l’Europa attende da noi certezze sulle riforme, con le quali investire il denaro, che ci presta o ci regala, sarebbe, secondo noi, letale per questo Paese. Uno, che fa politica, dovrebbe mettere sui due piatti della bilancia, da un lato le proprie giuste esigenze, le proprie proposte le e le proprie critiche, dall’altro il rischio di default del sistema. La linea del Partico democratico non è cambiata dall’inizio di questa esperienza di governo. Noi pensiamo che ci siano delle priorità che riguardano l’assetto di questo paese, la necessità di mantenerlo in piedi, e quella di essere responsabili e affidabili, nel momento in cui l’Europa fa uno sforzo storico, anche per noi. Speriamo che il nostro atteggiamento di responsabilità venga condiviso da tutti.

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Nel caso venisse meno l’attuale maggioranza, il Pd potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di un governo istituzionale, chiamato a gestire una fase drammatica, che non si esaurirà con la fine della pandemia?

Il nostro sforzo, in queste ore, è quello di far proseguire il percorso di questa maggioranza, valutando sia quello che è stato fatto, sia le critiche e i suggerimenti, che vengono da tutti noi. Lavoriamo perché rimanga questo Governo, con questa maggioranza. Altre ipotesi, in questo momento, non le vagliamo.

Che cosa, in questi mesi, l’ha più indignata?

Mi hanno fatto arrabbiare, in giro per il mondo, i demagoghi e i populisti, che hanno sottovalutato o irriso questa pandemia, e anche tentato di inficiare le risposte, che la scienza ci dava. 

Quale è, secondo lei, l’assoluta priorità, in questo momento, al di là della tenuta del Governo Conte?

Abbiamo due priorità affiancate e imprescindibili. La salvaguardia del numero più alto possibile di vite umane e la salvaguardia del nostro sistema economico e sociale. Sono due obiettivi da percorrere in parallelo. L’Europa ci offre la possibilità di poter imboccare la strada giusta.

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