Quando si parla di comunisti in Italia molti si dovrebbero sciacquare la bocca. Soprattutto quelli che ancora celebrano il fascista Giorgio Almirante, uno che trio tanti obbrobri, ebbe anche un ruolo nella diffusione dell’antisemitismo in Italia le cui conseguenze sono state il quasi totale sterminio degli ebrei portati nei lager nazisti.
Non solo: quando si parla dei comunisti in Italia molti si dovrebbero inchinare, visto che parliamo di coloro che combattendo contro i nazisti e i loro alleati fascisti hanno riportato la democrazia in Italia dopo la dittatura di Mussolini.
Si dovrebbero ricordare che la la nostra Costituzione democratica e antifascista è firmata è controfirmata dal comunista Umberto Terracini.
Senza parlare della grandezza di un partito che ha avuto menti come quelle di Antonio Gramsci e leader come Enrico Berlinguer.
Ma dalla destra post missina e post fascista, quelli che ancora hanno i calendari del Duce e celebrano la marcia su Roma, ogni occasione per negare la storia e distinguere tra la dittatura assassina e chi ha portato la democrazia in Italia ogni occasione è buona per sputare veleno.
Ci ha pensato la solita urlatrice Giorgia Meloni, in un mix di propaganda, cattiveria e odio della Resistenza. Lei che è alla guida di un partito dove dirigenti e militanti festeggiano la marcia su Roma e dove si mettono in lista persone che si chiamano Mussolini.
Che ha detto? ”Governo giallorosso spudorato: il ministro dei Giovani e dello Sport, Vincenzo Spadafora, stanzia 400 mila euro per le celebrazioni della fondazione del partito comunista italiano. Ecco come vengono spesi i soldi degli italiani: mentre la Nazione è in ginocchio, le famiglie sulla soglia della povertà e migliaia di imprese rischiano di chiudere, Conte, Di Maio e Zingaretti si occupano di foraggiare le ricorrenze comuniste. Che amarezza”.
Che altro aggiungere: Ora e sempre resistenza. Contro ogni forma di fascismo vecchio e nuovo. Dichiarato o sotto mentite spoglie.
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