La teoria è chiara, soprattutto se detta da una posizione da europeista molto critico che su qualche accento (banche, finanza, rigore) potrebbe non essere del tutto contrario all’approccio sovranista.
Salvo dimenticare che i sovranisti (come si vede nella chiesa, in Ungheria, Polonia e ovunque) sono portatori di valori oscurantisti che si basano sull’odio e la discriminazione e, sprattutto, sono gli alfieri di quel nazionalismo egoista che ha portato tanti lutti e tragedie nel mondo.
Questo accantonando la loro visione predatoria dell’economia e del pianeta che li ha portati in prima fila a negare i cambiamenti climatici e perfino sottostimare la pandemia considerati un ostacolo per gli affari.
“Un Governo del Presidente, affidato ad una personalità come Mario Draghi, potrebbe essere l’occasione per superare la de-legittimazione reciproca tra le forze politiche italiane, causa prima dei ‘governi tecnici’? Potrebbe aiutare a definire una condivisione bipartisan, affrancata dall’europeismo liberista e dall’anti-europeismo, della collocazione europea dell’Italia?”.
È quanto propone Stefano Fassina, deputato LeU, su Il Manifesto.
“La ‘maggioranza Ursula’ sarebbe un grave errore politico. Contraddirebbe la natura dell’incarico arrivato autonomamente dal Colle a Draghi. Brucerebbe le preziose potenzialità di una figura super partes. Costringerebbe ancora di più la sinistra all’europeismo mainstream fino alla fine della legislatura”.
Argomenti: giorgia meloni giuseppe conte