Per giustificare le giravolte della Lega, Borghi sostiene che Draghi è "la scelta più sovranista"
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Per giustificare le giravolte della Lega, Borghi sostiene che Draghi è "la scelta più sovranista"

Il deputato della Lega: "Da sovranista, appena ho visto questa possibilità, ho detto: è la scelta più sovranista che possiamo fare"

Claudio Borghi
Claudio Borghi
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8 Febbraio 2021 - 21.42


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In un caos collettivo in cui tutti stanno dicendo il conterario di tutto nel tentativo di giustificare questa corsa per salire sul carrozzone di Mario Draghi, quest’ultimo è stato di tutto: sì a Draghi perché è europeista, femminista, rispettato, conosciuto, liberale, di destra, di sinistra, e adesso grazie a Claudio Borghi (Lega) anche ‘sovranista’: “È un’opportunità storica. La litigiosità interna è stata da sempre una causa della debolezza dell’Italia. È successo sin dai tempi dei comuni: il momento di riscossa per l’Italia è arrivato quando i comuni si sono uniti in una Lega nella battaglia di Legnano. È nel nostro Dna, mi piacerebbe ricrearlo. Non sono sicuro che quest’opportunità avrà un risultato, ma appena si è visto che questo spiraglio c’era, non poteva che essere colto. Tenendo da parte tutte queste questioni e andando alle radici delle cose, che sono economiche. E Draghi sicuramente le conosce. Così si può rialzare la testa”. 
“Ho sempre combattuto Draghi da avversario, perché l’Unione europea mi sta simpatica il giusto, come si può immaginare. Ma non ho mai messo in dubbio le sue capacità. Inoltre, se c’è qualcosa di cui Mario Draghi non è sospettabile è la subalternità alla Germania”, aggiunge Borghi. Lo misureremo dai fatti, ma se c’è una possibilità che il Paese vada unito dietro una persona rispettata in Europa, e che possa spostare gli equilibri dell’Europa, è questa. Da sovranista, appena ho visto questa possibilità, ho detto: è la scelta più sovranista che possiamo fare”, continua Borghi.
“Conforta la mia visione. Se basta già l’arrivo di Draghi per far capire che sarà perseguito l’interesse italiano, anziché seguire quello che dice la Germania, è già un ottimo inizio. È bastato il nome di Draghi per farli andare in bestia. Non è l’Afd che odia Draghi, in Germania è visto come uno che non si piegava ai loro voleri”, conclude Borghi.

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