Poche cose fanno scattare Giorgia Meloni quanto provare a rendere l’Italia un paese più accogliente e civile. Per la leader di Fratelli d’Italia è un affronto che Maurizio Landini, segretario della Cgil, abbia chiesto a Mario Draghi chiarimenti sulla sua posizione sullo ius soli alle consultazioni. Una domanda da sindacato, da parte sociale, posta a colui che – a meno di grosse sorprese – guiderà l’Italia per i prossimi anni.
Ma Meloni, visto che ormai Salvini va a braccetto con Renzi, è diventata l’unica portabandiera del ‘prima gli italiani’. E, soprattutto, ultimi i migranti: “È normale che mentre rischiamo milioni di disoccupati il ‘sindacato dei lavoratori’ si occupi di chiedere al nuovo Governo la cittadinanza automatica agli immigrati?” chiede la leader di FdI, che giusto ieri aveva fatto fuoco e fiamme contro Virginia Raggi perché chiudesse un campo rom per il ‘rischio Covid’. Che è una preoccupazione condivisibile, se non venisse dalla stessa che difendeva a spada tratta l’apertura delle discoteche della sua amica Santanché.
Quanto a Landini, ecco le sue ‘terribili’ dichiaraziooni: “Quando si parla di dare un futuro ai giovani e se si vuole costruire un clima di coesione allora bisogna dire che i giovani sono anche figli di migranti e se si vuole creare un clima di coesione diverso serve che chi nasce qui o ha studiato qui abbia gli stessi diritti di cittadinanza di tutti gli altri”.
“Se quindi oggi la coesione è un obiettivo è l’occasione di metterla in pratica concretamente per affrontare la situazione difficile che abbiamo di fronte”, conclude.
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