E’ riuscito in questi giorni a cambiare posizione praticamente su ogni tema: Europa, economia, immigrazione.
Matteo Salvini vorrebbe a ogni costo far parte della squadra di governo.
“Io ministro? Non mi tirerei indietro. Se Draghi mi si chiede di far parte di una squadra, io, per carattere, la partita me la gioco, non sto in panchina a guardare gli altri e a criticare. Se mi venisse chiesto di dare il contributo, in base alla mie competenze, perché non sono un politico onnisciente, buono per tutte le poltrone, sicuramente non mi tirerei indietro”.
“Difesa o agricoltura? Non sono buono per tutte le stagioni, che può fare il ministro diverso in base alle stagioni”, risponde il leader della Lega.
“La ruspa? In questo momento la usiamo per costruire, ci sono i cantieri da far ripartire, far ripartire l’edilizia vuol dire creare un milione di posti di lavoro”. “Andare d’accordo con chi chiedeva il mio processo? Patti chiari, amicizia lunga” dice. “La salute – sottolinea – non ha partiti, il taglio delle tasse neppure, anche sulla politica dei migranti, chiediamo le regole europee, se vi sta antipatico Salvini, adottiamo i controlli degli altri Paesi europei”.
“Noi confermiamo il nostro atteggiamento costruttivo, responsabile, positivo e che ci porta a non parlare di ministeri e a non mettere veti su nessuno”.
“È incredibile invece l’atteggiamento di Grillo e dei Cinque Stelle che chiedono ministeri e vorrebbero imporre al professor Draghi un governo senza la Lega – attacca Salvini -. Non è questo che ha chiesto Mattarella e che serve all’Italia. Noi andiamo avanti tranquilli: prima il bene del Paese e poi gli interessi dei partiti”.
“Ho espresso solidarietà in amicizia per volgare attacco alla sua vita privata” ha detto a proposito della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni “per il resto ci vedremo penso la prossima settimana”.
“Voteranno in primavera 20 milioni di italiani, non ci sarà divisione a livello territoriale, offriremo nostro modello di governo del centrodestra, agli italiani che lo vorranno”, aggiunge il leader della Lega.
“Avrei preferito che fossimo stati insieme nel governo che sta per nascere, Rousseau permettendo”, conclude Salvini.
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