Silurata dai suoi compagni dopo la polemica scoppiata per non aver trasmesso loro il testo dell’ordine del giorno sull’anagrafe antifascista e anticomunista la capogruppo Pd in consiglio comunale a Genova Cristina Lodi.
La mancata comunicazione aveva portato il partito ad astenersi provocando molti commenti.
La notizia è stata confermata da Alessandro Terrile, che via social ha annunciato di “aver dato la disponibilità a essere eletto capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale”.
Inizialmente c’era stata l’ammissione di colpa da parte di Lodi, salvo poi il deflaglarsi della situazione durante l’ultimo consiglio comunale. Così, è arrivata la sfiducia nei suoi confronti da parte di Alberto Pandolfo, Alessandro Terrile, Stefano Bernini e Claudio Villa, i quali le hanno chiesto di compiere un passo indietro.
“Non avendo risposto alla pretesa che io mi dimettessi, il gruppo ha votato quattro a uno il nuovo capo gruppo”, ha spiegato Lodi. “A seguito di quanto accaduto in Consiglio Comunale in merito al voto di astensione sul documento che equiparava fascismo a comunismo, antifascismo e anticomunismo tengo a sottolineare che il mio è stato un errore come capogruppo di cui ho subito chiesto scusa, tuttavia è evidente che si è sviluppata una operazione di potere ed evidentemente non si aspettava altro che un mio errore per rimuovermi dall’incarico”.
Il gruppo del Partito democratico, finito nella bufera, aveva pubblicato una nota dove chiariva che “il voto è stato un errore. Il documento dell’impegnativa, da una parte sosteneva ancora una volta la raccolta firme per l’anagrafe antifascista, dall’altra introduceva un’equiparazione storicamente inaccettabile”.
Un equiparazione che equivale a “un insulto alla memoria della città medaglia d’oro alla Resistenza. Riconoscimento dovuto anche al sacrificio di tanti comunisti genovesi”.