Bertolt Brecht e Gandhi si rivoltano nella tomba: la Meloni li ha citati nel suo astioso intervento
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Bertolt Brecht e Gandhi si rivoltano nella tomba: la Meloni li ha citati nel suo astioso intervento

La leader di Fratelli d'Italia è intervenuta alla Camera per ribadire il suo no a dare la fiducia al governo Draghi.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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18 Febbraio 2021 - 15.53


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Chissà cosa hanno pensato un intellettuale comunista e uno dei simboli della non-violenza essere citati da una estremista di destra, ammiratrice di uno xenofobo e ammiratori con il botto come Trump?

Minimo si saranno rivoltati della tomba: ha iniziato il suo intervento per la dichiarazione di voto alla Camera citando un celebre aforisma di Bertolt Brecht: “Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”. Poi, più avanti, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha fatto riferimento ad una frase del Mahatma Gandhi: “Ascoltandola ieri -ha sottolineato rivolgendosi al presidente del Consiglio, Mario Draghi- mi è venuto in mente Ghandi: sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Perchè ci sono cose condivisibili in quello che lei ha detto, il problema è come si conciliano con le sue scelte”.
L’intervento della mattina

In un intervento su Repubblica, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni scrive un intervento per distinguere, per l’ennesima volta, tra l’europeismo ‘degli altri’, ossia quello cui ha aderito anche il suo ex alleato Matteo Salvini, e la sua ‘visione’: “In molti hanno fatto dell’europeismo lo spartiacque su cui il nuovo governo è nato, ma in realtà si sarebbe dovuto parlare dell’adesione di una certa visione di Europa. Lo stesso Draghi, nel suo intervento programmatico, ha ben chiarito la sua prospettiva: quella di una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali all’Unione europea. Ecco, noi abbiamo una visione diversa e non per questo siamo nemici dell’Europa”. 
“Anzi. La famiglia dei Conservatori europei vorrebbe un’Europa migliore, capace di concentrare i propri sforzi su alcune materie importanti sulle quali può offrire davvero un valore aggiunto, anziché chiedere sempre più poteri senza spesso sapere nemmeno esercitarli”.
“L’europeismo rischia di diventare una foglia di fico dietro la quale coprire un’operazione, quella del governo Draghi, costituzionalmente legittima ma politicamente senza eguali in Europa e forse nel mondo democratico”, sottolinea Meloni.
Poi Meloni torna sul chiodo fisso delle elezioni subito, rimarcando che “nessun altro Stato europeo è guidato da un Presidente del Consiglio che non abbia ottenuto, direttamente o indirettamente, un mandato nel corso delle elezioni politiche”. Dimenticando che un Governo eletto politicamente c’era, era il Conte 1, che è stato fatto saltare in aria dal suo ex alleato Salvini e poi, perché l’Italia è un paese strano, da Matteo Renzi con la crisi recente. Il tutto nel corso di una pandemia che ci sta facendo avvicinare ai 100.000 morti. Ma Meloni insiste: “Un governo a guida tecnica nato nelle dinamiche di palazzo è un’anomalia soltanto italiana”, dato che “normalmente, nelle democrazie, il ricorso alle urne viene considerato il momento più alto e non una tentazione golpista”.
“Dal nostro punto di vista, quindi, non si tratta né di essere pro o contro Draghi, personalità certamente rispettabile, e nemmeno di essere pro o contro l’Europa, sulla cui costruzione futura è legittimo avere opinioni differenti”, sostiene la presidente di Fdi.
“Si tratta, più semplicemente, di non rassegnarsi all’idea che quella italiana sia una democrazia dimezzata, nella quale il voto dei cittadini conta sempre meno e quando il gioco si fa duro arriva qualcuno calato dall’alto per provare a fare ciò che chi viene scelto dal popolo non saprebbe certamente fare. A questo racconto, che fa dell’Italia una Nazione arretrata e non un’avanguardia come si vuole raccontare, Fratelli d’Italia non si piegherà mai”.

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