La previsione di Pisapia: "Draghi corre dei rischi ma penso che le riforme arriveranno"
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La previsione di Pisapia: "Draghi corre dei rischi ma penso che le riforme arriveranno"

L'ex sindaco di Milano e europarlamentare eletto nelle liste del Pd: "Ci sono condizioni eccezionali, per adeguare finalmente gli standard del nostro Paese alle aspettative dell'Europa"

Giuliano Pisapia
Giuliano Pisapia
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20 Febbraio 2021 - 11.10


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na previsione ottimista: “Sono consapevole dei rischi che Draghi corre e non mi nascondo le difficoltà ma credo che questa volta le riforme arriveranno”. 
Così Giuliano Pisapia, eurodeputato ed ex sindaco di Milano. “Ci sono condizioni eccezionali, mai verificatesi finora, per adeguare finalmente gli standard del nostro Paese alle aspettative dell’Europa. Proprio l’Europa ci garantirà risorse finora inimmaginabili. Diciamo pure che Draghi risponde a queste attese ed è l’espressione di un momento storico unico e irripetibile”, spiega Pisapia.
Secondo l’ex sindaco di Milano “la situazione non è più quella di dieci o vent’anni fa. La magistratura non ha più l’interesse e nemmeno la forza per bloccare o rallentare un processo di rinnovamento che è necessario. Di più: magistratura e avvocatura vogliono voltare pagina e la Ue, se non dovessimo procedere, ci taglierebbe i fondi. Davvero, siamo davanti a un’occasione storica e confido che non la sprecheremo”. 
E se il governo cambierà la legge sulla prescrizione? “Ci saranno resistenze e difficoltà, ovvio, ma mi pare difficile che si possa mandare all’aria una svolta nel segno del garantismo e dell’efficienza”, risponde Pisapia. Che dal governo si aspetta: “il potenziamento, grazie al Recovery Fund, della pianta organica, insomma, del numero dei magistrati, e degli operatori del settore”.
Poi, aggiunge Pisapia, “vedo tre versanti. Il potenziamento dei riti alternativi, la riforma del processo penale che non può durare all’infinito, e quella del Csm, per eliminare lo strapotere delle correnti. Ma non solo: pensi alla Sezione disciplinare del Csm: giudici che giudicano altri giudici. Un meccanismo che dev’essere corretto, portando la Disciplinare all’esterno di Palazzo dei Marescialli, mantenendo la sua piena autonomia e indipendenza. E, ancora, mi lasci dire che Draghi ha toccato un altro nervo scoperto come quello delle carceri: è un tema drammatico, il sovraffollamento pare insuperabile, come una malattia endemica, ma anche qui il ministro Cartabia ha mostrato una sensibilità altissima. Quando era alla Consulta ha proseguito il viaggio nelle carceri italiane iniziato dai suoi predecessori. Dovremo anche promuovere la giustizia riparativa: non è detto che la pena debba essere scontata tutta in galera, puntando invece al reinserimento sociale”. Ma i partiti non si metteranno di traverso? “Per andare avanti non ci vuole l’unanimità. E poi Draghi non ha bisogno del consenso elettorale”

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