Occhetto spietato con Renzi: "La crisi del Governo Conte è il lavoro di un serial killer"
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Occhetto spietato con Renzi: "La crisi del Governo Conte è il lavoro di un serial killer"

L'ex segretario del Partito Comunista Italiano: "Iv mi sembra più una serie di compagni di ventura che scorrazzano nel sistema politico, capire dove poi questa pallina impazzita si fermerà è difficile per tutti".

Achille Occhetto
Achille Occhetto
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23 Febbraio 2021 - 16.41


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Ospite di ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1, l’ultimo storico segretario del Partito Comunista Achille Occhetto non ha certo avuto parole gentili per Matteo Renzi e la crisi di governo: “Non c’è nessun vincitore, è un governo che nasce da un evento curioso, per non dire altro. Siamo stati l’unico paese in tutto il mondo ad avere una crisi di governo durante la pandemia. Se non fossi elegante direi che la crisi è stata determinata da un serial killer”.


L’ex presidente Conte, ha continuato, “nell’ultimo periodo ha fatto anche degli errori ma, chi lo ha fatto cadere, non lo ha fatto per nobili motivi ma perché voleva avere, non Draghi, ma maggiore potere di interdizione nel governo Conte Ter”.


“Italia Viva è difficile da collocare, noi veniamo da un secolo in cui i partiti politici nascevano da culture di fondo. Iv mi sembra più una serie di compagni di ventura che scorrazzano nel sistema politico, capire dove poi questa pallina impazzita si fermerà è difficile per tutti”.


Alal domanda ‘Se lei fosse ancora segretario del Pds (Partito dei democratici di sinistra, di cui Occhetto è stato segretario fino al 1994) avrebbe appoggiato Draghi?’ “Sarebbe stato difficile non farlo dopo l’appello del Colle. Ora il Pd ha l’occasione per non esser più un partito ministeriale, finalmente può cercare di avere rapporti con la società e ricostruire la sinistra nel paese”.


“Alle primarie ho votato Zingaretti anche se non sono del Pd. Comunque partecipo, mi appassiono e sostengo, io odio la destra e quindi tutto quello che può impedirne la vittoria ha sempre il mio appoggio”, ha concluso Occhetto.

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