Romano (Pd) attacca Renzi su Khashoggi: "Niente scuse, i diritti umani sono una cosa seria"
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Romano (Pd) attacca Renzi su Khashoggi: "Niente scuse, i diritti umani sono una cosa seria"

Il deputato dem: "Tutte le libertà in Arabia vengono oppresse. Renzi dovrebbe ritrattare le sue dichiarazioni e dimettersi del board della Future Investment sostenuto da Salman"

Andrea Romano
Andrea Romano
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28 Febbraio 2021 - 17.20


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La figuraccia che Renzi ha collezionato andando a interloquire con il principe Bin Salman sarà storica, ma ciò che preoccupa di più, a parte alcune parole di circostanza, è il mancato chiarimento sui rapporti con il principe ereditario da parte del leader di Italia Viva.

Il deputato del Pd Andrea Romano lo ha attaccato pesantemente su Facebook: “Ho atteso la risposta di Matteo Renzi per commentare le sue recenti dichiarazioni sul regime saudita. Una risposta che è venuta ieri e che rende ancora più grave – se possibile – l’irresponsabilità politica dell’aver definito “rinascimentale” un regime ferocemente oppressivo e l’irresponsabilità morale e istituzionale del ricevere un compenso economico da una dittatura straniera mentre si svolgono le funzioni di Senatore della Repubblica Italiana”.

“I diritti umani sono una cosa seria. La loro difesa- aggiunge Romano- distingue coloro che in politica si battono per un orizzonte illuminista da coloro che considerano del tutto secondario il rispetto per le libertà fondamentali della persona. Non penso alla differenza tra destra e sinistra, ma a qualcosa di ancor più basico e fondamentale: libertà di parola, di stampa, di associazione. Tutte libertà che in Arabia Saudita vengono negate e represse, con il corollario dell’assenza di una molteplicità di diritti e tutele che ormai da decenni costituiscono il dato di partenza del tessuto normativo di qualunque entità statale che ambisca ad essere considerata come un “paese civile”. Nel corso del suo incontro con Moammad bin Salman ha descritto in termini estremamente positivi il contesto dei diritti civili dell’Arabia Saudita (paragonandolo a quella stagione della storia italiana che e’ universalmente associata al trionfo delle libertà individuali, della creatività artistica, civica ed economica), e in particolare ha lodato la legislazione saudita sul lavoro. Questo e’ il punto: avendo avuto occasione di incontrare bin Salman, avrebbe potuto censurare le molteplici violazioni delle libertà fondamentali della persona che si compiono quotidianamente in quello Stato o anche solo incoraggiare il Principe a fare di più per superare i limiti più inaccettabili di quel regime. Ha scelto invece di elevare l’Arabia Saudita ad esempio di civiltà, progresso e tolleranza”.

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“Analogamente alle tante occasioni in cui Matteo Salvini, quando era anch’egli privo di ruoli diplomatici o di governo, ha espresso valutazioni estremamente positive sul regime liberticida di Putin negando (o sottovalutando) le numerose violazioni delle libertà fondamentali che si compiono in Russia. E su questo punto- prosegue Romano- non c’è stata alcuna retromarcia da parte di Renzi, ne’ ieri ne’ in nessun’altra occasione in cui egli sia recentemente tornato su quel colloquio pubblico. Quanto al tema del compenso che Renzi avrebbe ricevuto, c’è davvero poco da aggiungere. Non basta specificare la “legittimità legale” di quel compenso o l’impegno a pagarvi le tasse. Nessuno discute dell’onesta’ fiscale di Matteo Renzi o della sua determinazione a rispettare la legge italiana. Qui si parla dell’opportunità politica (e morale, se e’ consentito) di ricevere soldi da una istituzione di promozione legata ad una dittatura ferocemente oppressivo per elevare lodi e apprezzamenti pubblici a quello stesso regime. E di farlo da Senatore della Repubblica italiana, eletto con suffragio libero e universale in una grande democrazia com’e’ la nostra”.

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“E anche qui, spiace ricordarlo, non abbiamo letto di alcuna retromarcia o ripensamento. Eppure sarebbe bastato davvero poco. Come l’affermare una cosa semplice, anzi due: ‘Ho sbagliato a definire ‘rinascimentale’ il regime saudita, che nega diritti basilari e reprime libertà fondamentali. Ho già comunicato le mie dimissioni dal board della Future Investment Initiative e devolverò ad Amnesty International i compensi che ho già ricevuto’. E’ quello che fa un leader politico quando si accorge di avere commesso un errore grave e quando intende preservare il proprio potenziale di coerenza e autorevolezza”, termina Romano.

 

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