Il vittimismo di Renzi: "Clima d'odio nei miei confronti, ma non ho paura. E su Khashoggi ..."
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Il vittimismo di Renzi: "Clima d'odio nei miei confronti, ma non ho paura. E su Khashoggi ..."

Il leader di Italia Viva sull'attuale governo: "Conte capo M5s un autogol del Pd. Non basterà lui per tenere insieme il Movimento"

Matteo Renzi
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2 Marzo 2021 - 09.04


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Ha scardinato un governo in piena emergenza pandemica con i suoi capricci e tutto quello che è stato capace di fare in quel momento è stato andare in Arabia Saudita e parlare solamente in modo autoreferenziale.

Matteo Renzi, al centro delle polemiche per la vicenda Salman, rilancia e parla di rancore nei suoi confronti.

“Sento un clima d’odio nei miei confronti, la rabbia -spiega- per quello che è accaduto. Un desiderio di vendetta da parte di chi considerava il governo Conte un punto d’arrivo da difendere ad ogni costo. Eppure, malgrado tutti questi segnali di ostilità di cui sono stato oggetto quando ho mandato a casa Conte, ebbene, io lo rifarei non una, non dieci, ma cento volte. Perché l’unica bussola che perseguo è l’interesse del Paese e quell’equilibrio politico non lo salvaguardava. Per cui possono inviarmi tutte le minacce, in chiaro o sottintese, che vogliono, non mi scalfiscono se penso di essere nel giusto. Io non ho paura”.

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L’ex premier torna sulla polemica per i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, ben lontano da far ammenda per alcunché.

“Stanno strumentalizzando la tragedia di Khashoggi perché non hanno altro a cui aggrapparsi in Italia” dice Renzi, aggiungendo che “nel merito ho risposto su tutti i giornali” e il suo comportamento ”è perfettamente lecito, pubblico e legittimo. La questione saudita – dice – è stata posta da quel noto statista di Di Battista, uno che apprezzava Maduro e definiva Obama golpista e non capisce che l’Arabia è il baluardo contro il fondamentalismo. E ovviamente dai più rancorosi del Pd. Credo di essere la loro ossessione”. 

 “I 5stelle versano in una crisi profondissima che non sarà risolta dall’arrivo di Giuseppe Conte. Io sono felice per Conte, ma non penso che basti lui per tenere insieme e rimettere in piedi l’esperienza grillina. Semmai la scelta di Conte di accettare la guida del movimento rende ancor più palese la politica masochista del Pd e di Zingaretti. Si sono immolati sull’altare di Conte, mi hanno descritto come un nemico di classe per aver fatto cadere il Governo guidato da lui, lo avevano indicato come il capo della coalizione giallorossa e ora se lo ritrovano leader dei 5stelle!? Leader di un partito concorrente. Non ho parole. Penso che sia stato il più spettacolare autogol nella storia della politica. Non ne sarebbe stato capace neppure un artista dell’autogol come Comunardo Niccolai. Appunto, a Zingaretti quest’ anno daranno il premio Comunardo Niccolai”.

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