Slitterà all’inizio della prossima settimana il primo decreto economico del governo Draghi: serviranno ancora simulazioni, approfondimenti e un momento di confronto nella maxi-maggioranza per mettere a punto il nuovo sistema dei sostegni – che da quanto emerso finora molto somiglia ai vecchi ristori – e stabilire come spendere i 32 miliardi di extradeficit già autorizzati dal Parlamento.
Decreto che potrebbe mettere nero su bianco anche il nuovo rinvio, annunciato dal Mef, per la digital tax che andrà versata entro il 16 maggio, mentre la dichiarazione andrà fatta entro il 30 giugno.
Se l’impianto è condiviso, infatti, e spazia dal lavoro agli aiuti alle imprese alle cartelle fino al rifinanziamento di enti locali e sanità, sui dettagli dei singoli interventi ancora non si è raggiunta una sintesi, né tecnica né politica.
Il primo nodo è rappresentato dagli indennizzi alle attività produttive: abbandonando i codici Ateco la platea si fa molto più ampia e un limite di fatturato per accedere è inevitabile.
Le simulazioni effettuate fin qui includono anche i professionisti e adottano il tetto dei 5 milioni, quello applicato già lo scorso anno con i primi contributi a fondo perduto del decreto Rilancio.
Si starebbero facendo i calcoli per vedere di portare questa soglia fino a 10 milioni, e non rischiare di lasciare fuori ad esempio attività del turismo che, pur nell’ambito delle Pmi, superano in tempi ‘normali’ il limite dei 5 milioni. Il meccanismo al momento prevede aiuti a chi ha perso almeno il 33% nel confronto fra l’intero 2020 e il 2019 e 4 classi di indennizzo, distinte in base al fatturato, che vanno dal 30% per i più piccoli (fino a 100mila euro) al 15% tra 1 e 5 milioni, con indennizzi di minimo 1000 euro e massimo 150mila euro.
Nel pacchetto imprese potrebbe entrare anche una nuova proroga delle misure di sostegno alla liquidità, come le moratorie sui prestiti, ma anche un intervento sulle norme fallimentari, promosso dal viceministro all’Economia Laura Castelli.
L’esponente M5S al Mef ha curato in questi mesi anche il capitolo fiscale con cui si dovrebbe congelare per altri due mesi la riscossione delle cartelle, mentre non è detto che rottamazione quater e nuovo saldo e stralcio riescano a entrare subito nel testo del decreto Sostegni.
E in queste ore, mentre si discute della soglia da fissare per un nuovo stralcio delle vecchie cartelle che intasano il magazzino della riscossione (si ragiona sul limite di 5mila euro), si starebbe anche valutando se mettere in campo una nuova sospensione dei versamenti in scadenza il 16 marzo, in attesa anche di decidere come utilizzare il fondo creato con l’ultimo decreto Ristori per ridurre o cancellare i versamenti di Irpef, Ires, Irap, Iva o contributi già bloccati dall’autunno per le imprese in perdita o costrette a chiudere nelle zone arancioni e rosse.
Ancora da definire nel dettaglio anche il pacchetto lavoro, che tra rinnovo della Cig, congedi e indennità per stagionali e precari dovrebbe valere circa 10 miliardi.
Possibili anche nuove deroghe al decreto Dignità per consentire il rinnovo dei contratti a termine senza indicare la causale.