Con 400 morti al giorno Meloni tuona contro le restrizioni: "Se la prendono con bar e ristoranti"
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Con 400 morti al giorno Meloni tuona contro le restrizioni: "Se la prendono con bar e ristoranti"

La capa di Fratelli d'Italia continua il derby con Salvini su chi cavalca meglio il malcontento delle corporazioni che è più facile che pensare alla salute e alla vita di milioni di italiani

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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3 Aprile 2021 - 09.04


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Lei è una fan di Trump, anche se non in maniera sfacciata come Salvini. E come tutti gli estremisti di destra si è sempre opposta alle restrizioni tifando per la riapertura dei ristoranti, contro le chiusure dopo le 22, tifando per le discoteche e la movida dei ricchi e anche per gli impianti di sci.

La fortuna dell’Italia è che non le hanno dato retta. Altrimenti chissà cosa sarebbe accaduto visto che è purtroppo provato che ad ogni allentamento delle restrizioni sono aumentati contagi e morti.

“Sulla pandemia si continuano a fare gli stessi errori di sempre e il governo Draghi persevera nella strategia fallimentare adottata fin dall’inizio dell’emergenza Covid. Un anno dopo siamo praticamente al punto di partenza ed è surreale che nessuno a Palazzo Chigi abbia l’umiltà di interrogarsi di capire cosa ha funzionato e cosa no. Si continua con la politica delle chiusure generalizzate invece di intervenire sui reali focolai di contagio, a partire dal trasporto pubblico”.

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 Lo dice il presidente di Fdi, Giorgia Meloni, in un’intervista al “Tempo”.

Bar, ristoranti e hotel, osserva Meloni, continuano a rimanere chiusi. “Si continua a fare la scelta più facile: chiudere tutto e scaricare su ristoratori, baristi e gestori di locali le proprie responsabilità. Un’eccellenza del nostro sistema produttivo viene massacrata e contemporaneamente favoriamo le multinazionali del delivery, che incentivano anche i consumatori a utilizzare la moneta elettronica, su cui si pagano le intoccabili commissioni alle banche. Insostenibile. Il governo deve risolvere il problema dei trasporti pubblici e degli ingressi illegali in Italia, e lasciare alle imprese e alle attività che rispettano tutte le normative anti -contagio e i protocolli di sicurezza la libertà di lavorare. È un diritto sacrosanto, sancito dalla Costituzione”.

“Il decreto Sostegni è totalmente insufficiente a impedire che centinaia di attività falliscano. Il decreto riconosce aiuti che vanno solo dall’1,7% al 5% del calo del fatturato del 2020 rispetto al 2019. C’è veramente qualcuno che pensa che un ristoratore che ha perso centinaia di migliaia di euro si salverà col 2% di ristoro? In compenso continuiamo a spendere soldi in mille rivoli inutili, come la proroga dei navigator. In questo momento serve concentrare ogni risorsa disponibile per salvare il nostro tessuto produttivo”. 

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“Per questo – prosegue il presidente di Fdi – avevamo chiesto a Draghi di sospendere il cash back e destinare i 5 miliardi ora impiegati nell’ideologica lotta al contante ai ristori, ma ci ha detto di no. Mercoledì sarà discussa in Senato la mozione di FdI proprio sull’abolizione del cashback e vedremo come voteranno le varie forze politiche. Inoltre, da mesi chiediamo al governo di intervenire per abbattere i costi fissi, come affitti e bollette. Solo così possiamo cercare di aiutare le aziende italiane a sopravvivere e ripartire. Anche perché sul fronte del Fisco arrivano sempre cattive sorprese”.

“Penso alla beffa della tassa sui rifiuti che ha raggiunto, l’anno scorso, il livello record di 9,73 miliardi, con la pressione fiscale passata dal 42,4% del 2019 al 43,1% del 2020 come certificato dall’Istat, con una pressione fiscale reale ben più elevata, stimata oltre il 48%. Con queste premesse, è necessario sin da subito iniziare a programmare riaperture progressive in sicurezza: non si può attendere oltre”, conclude Meloni.

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