Lite sul Copasir, Meloni scrive a Salvini: "La presidenza spetta a noi"
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Lite sul Copasir, Meloni scrive a Salvini: "La presidenza spetta a noi"

Meloni tenta l'ultimo atto per ottenere la presidenza del Copasir scrivendo una lettera di suo pugno all'alleato "Non litighiamo, ma la legge va rispettata"

Meloni e Salvini
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8 Aprile 2021 - 07.38


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La querelle sul Copasir tra Lega e Fdi continua.
Dopo che i parlamentari del partito guidato da Giorgia Meloni avevano chiesto l’intervento dei presidenti di Camera e Senato, oggi la leader scrive direttamente a Salvini una lettera per seppellire l’ascia di guerra, pur non rinunciando al suo diritto ad ottenere la presidenza della commissione di Vigilanza e Controllo sui Servizi Segreti. 
“Da giorni i nostri avversari stanno cercando di far litigare Fratelli d’Italia e Lega” scrive Giorgia Meloni in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, parlando di “presunta divisione tra i nostri partiti”.
Ebbene, scrive la leader di Fdi, “stanno tentando di scatenare la rissa tra di noi ma non ci riusciranno.
La presidenza del Copasir non è, infatti, un problema tra FdI e Lega ma riguarda le istituzioni e il rispetto della dialettica parlamentare tra maggioranza e opposizione.
Come sai, è la legge 124 del 2007 a stabilire la composizione paritaria del Copasir e che il presidente sia tassativamente eletto tra i rappresentanti dell’opposizione.
È una norma di garanzia e controllo, legata alle specificità del compito estremamente delicato affidato a quest’organo: il raccordo tra il Parlamento e il sistema di informazione e sicurezza della Repubblica, tanto nella sua componente politica (presidente del Consiglio e ministri interessati) quanto nella sua parte amministrativa e operativa (Dis, Aise e Aisi).
In altre parole, da quando con la citata legge il Parlamento è stato privato del suo compito di controllo, tocca solo al Copasir “vigilare” sull’operato del governo e dei servizi ed è per questo che la presidenza non può essere affidata a un esponente della maggioranza che sostiene il governo”.
Quindi, via Raffaele Volpi dalla presidenza del Copasir e spazio a Fratelli d’Italia, secondo legge.
Secondo Meloni, non si può citare il precedente di Massimo D’Alema, che rimase in carica con l’insediamento del Governo Monti, perché era formato esclusivamente da tecnici. Valse a quei tempi, ricorda Meloni, “il principio del nemine contraddicente che si applica esclusivamente nelle questioni di diritto parlamentare e solo quando non vi sono difformità di opinioni”.
“Caro Matteo, Fratelli d’Italia sta difendendo una norma che tutela tutti, chi è all’opposizione oggi ma anche chi lo sarà domani.
Per noi non è affatto una questione di poltrone” prosegue Giorgia Meloni.
“Il tuo ruolo nella nostra coalizione è centrale e questa è l’occasione per essere all’altezza della prospettiva di governo futuro, dimostrando rispetto per le norme e le istituzioni. Lanciamo insieme il segnale che il centrodestra continua a essere compatto e che non intende fare favori ai nostri avversari.
Ti chiedo di affrontare questo problema all’interno della maggioranza e di contribuire a risolverlo.
E se non è possibile farlo, ci sono altre strade da valutare: modificare la legge permettendo alla maggioranza di eleggere il presidente del Copasir.
O, in ultimo, fare quello che speriamo tu faccia da settimane: prendere atto del fallimento di questa esperienza di governo e tornare all’opposizione compatti.
In quel caso, saremmo più che felici di continuare a sostenere Raffaele Volpi alla presidenza del Copasir”. 
Il leghista Raffaele Volpi: “Dimettermi? Siamo qui per lavorare”
“Io a questo punto vado avanti, il Copasir riapre i battenti.
Riprendiamo l’attività da oggi, perché non dovremmo farlo? Perché non dovrei?”. Il presidente del Comitato di controllo sui servizi, il leghista Raffaele Volpi, risponde al telefono alla Repubblica dal suo studio a Palazzo San Macuto.
Pronto a presiedere la conferenza dei capigruppo dell’organismo bicamerale di Controllo sui servizi, convocata per le 14 di oggi.
“I presidenti di Camera e Senato hanno riconosciuto che siamo pienamente legittimati ad andare avanti – racconta il deputato pavese dopo il lungo stop – Metterci seriamente al lavoro è l’unica cosa che dobbiamo fare, sarà la conferma che qui non abbiamo paura di trattare i dossier rimasti sul tavolo.
Affronteremo anche la vicenda delle spie russe, certo. L’argomento non è affatto un tabù per la Lega e tanto meno per me”.
Nessun imbarazzo, rimarca l’uomo che Matteo Salvini ha voluto nell’ottobre 2019 alla guida del più delicato organismo bicamerale di vigilanza, poche settimane dopo che il suo partito era passato all’opposizione.
Adesso, anche lui come D’Alema presidente Copasir nel 2011, è in maggioranza.
E lì intende restare.
“Non credo affatto di essere il problema – prosegue Volpi – Sono sempre stato rispettoso delle istituzioni e anche la mia decisione di non convocare il Copasir in queste settimane è dipesa da questa esigenza di chiarezza.
Dopo di che, i presidenti Fico e Casellati nella loro lettera di due giorni fa mi danno atto di aver rimesso il mandato a disposizione del Senato. Il resto sono tutte polemiche strumentali”.

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