Salvini e la Lega speculano su 130 migranti morti: "Altro sangue sulla coscienza dei buonisti"
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Salvini e la Lega speculano su 130 migranti morti: "Altro sangue sulla coscienza dei buonisti"

Poco importa che le Ong, quelle che avrebbero potuto salvare queste 130 persone, sono criminalizzate dalla destra ogni giorno da anni.

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23 Aprile 2021 - 14.54


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Ormai non ci sarebbe neanche più da stupirsi, ma Salvini dimostra ancora una volta che il senso del limite non sa cosa sia. A poche ore dalla tragedia in cui 130 migranti sono morti affogati al largo della Libia, il leader della Lega, leader del partito che ha fatto della caccia al migrante la propria bandiera, ha il coraggio di scrivere quanto segue: “Naufragio al largo della Libia. Altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia”. 
Poco importa che le Ong, quelle che avrebbero potuto salvare queste 130 persone, sono criminalizzate dalla destra ogni giorno da anni. Poco importa che Salvini è a processo proprio per aver impedito lo sbarco di centinaia di persone, tenendole a bordo di una nave solo per fare la parte dell’uomo forte davanti al paese, blaterando di inesistenti ‘invasioni’. 
Salvini detta la linea, e la Lega lo segue a ruota, con il sottosegretario all’interno Nicola Molteni che scrive infatti: “Nuova tragedia nel Mediterraneo, altri 130 migranti morti in un naufragio su un barcone. Pietà per questa ennesima sciagura ma basta ipocrisia: l’unica soluzione per ridurre e azzerare i morti, le tragedie e gli sbarchi è bloccare e prevenire le partenze dai paesi di origine. Bisogna con decisione contrastare l’azione dei trafficanti e degli scafisti, complici filo immigrazionisti. Dobbiamo difendere le frontiere Europee e sviluppare subito accordi di partenariato e di rimpatrio con i Paesi di partenza e transito, anche con una seria politica di cooperazione e condivisione europea. Queste sono le priorità non più rinviabili”.

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