Se questo paese non è andato completamente allo sbando in quest’ultimo anno è merito di chi ha fermato in tempo le idee malsane del leghista bolsonariano Salvini, che da mesi reclama riaperture su riaperture, andando contro a quello che sarebbe anche il suo governo.
Enrico Letta accusa tra le altre cose il leader del Carroccio di essere “irresponsabile”, chiedendo agli italiani di “non seguire lui, altrimenti a maggio richiudiamo il Paese”.
Non è “ancora” pentito di guidare il Pd, anzi, “Parigi può aspettare per molti anni”. E ancor meno di stare nella maggioranza che sostiene Draghi, “che non mi pare però stabilissima”.
E blinda l’alleanza con Conte e i 5stelle per le elezioni amministrative, annunciando che “andremo apparentati ai ballottaggi in tutti i Comuni”. Un modo per assorbire le divisioni della vigilia, sulle candidature e sulle primarie della discordia.
Draghi si è fatto prendere la mano dalle pressioni di Salvini? La road map sulle riaperture non è gestibile? “Sì, a patto che si rispetti e non si faccia passare il messaggio che questo è il minimo e che poi invece si possa fare quel che ci pare – replica il leader del Pd – Salvini ha parlato più del coprifuoco alle 23 che del Pnrr. Non ha parlato del piano di 231 miliardi di euro fondamentale per l’Italia del futuro. Ma delle ore 23 sì, un errore profondo. Deve essere chiaro che abbiamo un obiettivo: uscire dalla pandemia grazie alla vaccinazione dei fragili, il che ci può consentire un’estate anche di ripresa economica. Se i prossimi giorni saranno gestiti irresponsabilmente saremmo costretti a richiudere a fine maggio. La politica non deve dare il massaggio del liberi tutti”. Ma è passato. Anche perché Draghi gli ha dato retta, o no? “No, Draghi ha tenuto il punto – scandisce Letta – Se la tempistica viene rispettata la road map funziona, se no no. Il meccanismo sanzionatorio ha allentato la presa e dipende dalle persone. Dico agli italiani: siate responsabili, se seguite Salvini ci giochiamo l’estate”.
Poi Letta risponde alla domanda su cosa potrebbe succedere da ottobre con lo sblocco dei licenziamenti: “Oggi è il giorno del lavoro, che dobbiamo mettere al centro dell’Italia della post pandemia. Dobbiamo combattere il rischio di una ripresa senza lavoro. Faccio qui una proposta: dopo aver approvato il Pnrr, il governo faccia un patto per la ricostruzione e il lavoro con le forze sociali e le categorie produttive. Come fece Ciampi nel ’93. E lanci una straordinaria decontribuzione totale per i nuovi assunti. Sarebbe giusto, dopo che abbiamo protetto per anni il lavoro che c’era”.
La conflittualità tra Pd e Lega fa nascere il sospetto che vi sia un disegno, far fuori Salvini e creare la cosiddetta maggioranza Ursula senza sovranisti per eleggere il nuovo capo dello Stato. Giusto? “Non c’è da parte nostra, mi pare sia Salvini che cerchi di farsi fuori – ribatte Letta – Sarebbe irresponsabile chi a casa nostra si mettesse a fare giochi politici immaginando chissà che. Bisogna stare dentro questa maggioranza, rispettando le regole d’ingaggio: rispetto per gli italiani, rispetto reciproco, con responsabilità delle scelte e di tutto quello che si fa. Questo è il momento della chiarezza. Dipende tutto da Salvini. Se interpreta queste regole con correttezza…”.
Se Draghi deve restare al governo tutta la legislatura, non sarà lui il nuovo capo dello Stato? “C”è tempo e abbiamo tante questioni da mettere a posto. La affrontiamo a tempo debito. Sarà un passaggio cruciale, dice ancora Letta, che poi, sull’ipotesi di una donna al Quirinale, commenta: “Sarei felice se così fosse. Vedremo la maggioranza da chi sarà composta. Vedo una situazione non stabilissima…”. Poi un riferimento allo ius soli: “È evidente che per Salvini non è un tema centrale. Ma io voglio aprire un dibattito culturale nel Paese. Se leghiamo lo ius soli alle migrazioni, la partita si infila in un cul de sac. L’approccio invece va rovesciato. Nelle analisi più recenti, si vede che ci sono tre Paesi europei che si asciugheranno sotto il profilo demografico, Italia, Polonia e Romania, altri invece come la Francia, hanno tassi di natalità alti perché hanno investito. Noi dobbiamo da un lato spingere a favore della natalità, facendo poi una legge sulla cittadinanza che ci consenta di integrare chi c’è”.
Infine, la collaborazione con i M5s, che “continua bene come durante il governo Conte. Una collaborazione che dovrebbe essere anche a livello di pensiero e non solo sull’azione di governo. Bisogna capire il livello di compatibilità, un percorso che si comincia a fare ora”. Di azione ora se ne vede poca, a Roma e Torino andrete alle urne divisi… “Va considerato che sono grandi Comuni che hanno visto elezioni di rottura molto forte con l’elezione di Raggi e Appendino – osserva Letta – Ma le comunali sono basate sul doppio turno, che ci consente di andare in tutti i Comuni apparentati al secondo turno. Un obiettivo importante che dimostra che il percorso sta avendo risultati. Non mi strappo le vesti se non riusciamo subito a risolvere tutti i problemi…La strada tracciata è questa, ci crediamo tutti. Coalizioni larghe, con Cinque stelle e forze centriste, rapporto aperto e dialogo con tutti”.
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