Fattori (Sinistra italiana): “Tutti parlano di un’ora di coprifuoco. Nessuno di chi muore sul lavoro”
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Fattori (Sinistra italiana): “Tutti parlano di un’ora di coprifuoco. Nessuno di chi muore sul lavoro”

La senatrice: "Forse si tace perché è più duro e scomodo affrontare problemi drammatici e incontestabili. I morti sul lavoro non possono essere usati come argomento di propaganda politica".

Elena Fattori
Elena Fattori
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6 Maggio 2021 - 17.16


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di Antonello Sette

 

Fedez sale sul palco virtuale del Primo Maggio, difende la legge Zan, attacca i leghisti e accusa Raitre: “Hanno provato a censurarmi” …

Scoprire ora che la Rai sia lottizzata mi sembra singolare e pretestuoso, osserva la senatrice di Sinistra Italiana rispondendo all’Agenzia SprayNews. La Rai è lottizzata da sempre e ogni partito da sempre modella l’informazione dentro la Rai a suo piacimento. La politica che corre appresso a un rapper è francamente deprimente. Lo sdegno dei partiti è ipocrisia allo stato puro, visto che solo loro a nominare i vertici Rai e a decidere indirettamente i palinsesti. 

L’indignazione sulla censura a Fedez lascia quindi il tempo che trova?

Non voglio entrare nella ripicca spicciola fra lui e la Rai, fra video rinfacciati e reciproche registrazioni. Non possiamo sapere come sono andate realmente le cose. Ribadisco, però, che è ridicola l’indignazione dei partiti, abituati a indicare chi deve andare in televisione a rappresentarli e a suggerire al prescelto che cosa dire e non dire. Io lo sapevo bene. Io, che da quando sono uscita dai Cinquestelle la televisione l’ho vista solo da casa. Si sa che la televisione funziona così. Stupirsi è da ingenui. Mi meraviglio anche di Fedez, che sta nello spettacolo da tanti anni e sembra scoprire solo ora come vanno le cose e come funziona la Rai.

A proposito di legge Zan che ne pensa dei sottili distingui di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, secondo la quale la legge Zan introdurrebbe in Italia un reato di opinione?

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La legge sancisce semplicemente un’ulteriore aggravante rispetto a quanto è già stabilito dell’articolo 604 bis del codice penale per gli atti di discriminazione sul genere, sull’orientamento sessuale e sulla disabilità. Non è un reato di opinione. E’ un’aggravante per la discriminazione e l’odio di genere.

La legge Zan non è quindi, come dicono, una forma di razzismo all’incontrario contro la presunta normalità…

Questa è solo propaganda. Aggiungo che è un’illusione pensare di poter risolvere il problema solo con l’incremento delle pene.  Alla base c’è una profonda ignoranza culturale, che va affrontata senza reticenze. E le false parole, dette a commento della legge, sono una testimonianza indiretta dell’arretratezza culturale che circonda questi temi. Temi e scelte che non dovrebbero appartenere a questa o a quella parte politica, ma solo testimoniare il livello di civiltà di un Paese. Il fatto, che ci sia bisogno di una legge per ribadire quanto è già scritto nella Costituzione, è la prova provata di un’emergenza culturale. Dovremmo affrontarla. Non basta un impianto punitivo come quello previsto dalla legge Zan. Giorgia Meloni e Matteo Salvini, oltre a essere gli istigatori di un popolo afflitto da un retaggio culturale duro a morire, ne sono i rappresentanti e il riferimento politico. Raccolgono un consenso perché da un lato fomentano, dall’altro testimoniano quello che resiste nel Paese a livello culturale. Una sottocultura di disprezzo dei diritti umani e dei diritti civili esiste e non può essere affrontata e vinta solo con il disegno di legge Zan.

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Le sembra una cosa seria che i partiti litighino su un’ora di coprifuoco in più o in meno. Non sarà perché Mario Draghi fa quello che vuole e loro hanno il problema di non rimanere zitti a guardare?

La politica in questo momento è solo propaganda. Di fatto siamo commissariati dal Governo Draghi. I partiti non hanno voce in capitolo praticamente su nulla. Devono per forza trovare degli argomenti divisivi su cui scontrarsi. Passare una settimana a discutere di quello che ha detto Fedez e vedere direttori Rai che gli rispondono direttamente anziché chiarirsi nelle sedi opportune è, oltre che un segno dei tempi, francamente deprimente. Litigare per un’ora di coprifuoco, quando siamo al cospetto di un Piano di ripresa e resilienza che stanzia una quantità di denaro immensa con numerose e dolorose criticità, in primis per le medie e piccole aziende che ne escono emarginate, è solo propaganda di bassa lega.

E per propaganda di bassa lega si lasciano da parte i problemi reali? 

Non dimentico che mentre imperversa il dibattito infuocato sul coprifuoco alle 22 o alle 23 e si discute ossessivamente sulla lite fra un rapper e Raitre, ci sono state morti sul lavoro che non hanno avuto lo stesso risalto mediatico e sono, anzi, passate quasi sotto silenzio, forse perché è più duro e scomodo affrontare problemi drammatici e incontestabili. I morti sul lavoro non possono essere usati come argomento di propaganda politica.

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A proposito di Draghi, le sta piacendo il suo Governo?

Neanche un po’. 

Perché?

Perché innanzi tutto è un Governo orientato verso destra, verso la grande industria, verso la cementificazione. Affronta poco e niente le emergenze e le esigenze dei più poveri. Destina al Sud, contrariamente a quanto preannunciato, meno delle risorse previste dall’Unione europea. E’ un Governo che ricalca un pensiero vecchio, iperliberista. E’ il Governo delle grandi aziende. Il Governo che pensa alla competitività e al Pil, ma non guarda in faccia i disuguali. Il Pil potrebbe anche aumentare, ma a vantaggio dei ricchi, rendendoli ancora più ricchi. La ricchezza dovrebbe, invece, essere redistribuita, anziché avvantaggiare ulteriormente il mondo ristretto e beato del privilegio.

Senatrice Fattori, lei ha militato per tanti anni nei Cinquestelle. Questa domanda gliela devo fare. Ha visto il video in cui Beppe Grillo prova a difendere il figlio accusato di stupro?

 Il video di Grillo è subcoltura di un secolo fa. Non voglio commentarlo. Mi fa schifo. E mi lascia dentro solo una sensazione di profondo ribrezzo. Punto. Non c’è altro da aggiungere.

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