Per loro è diventata qualcosa da vita o morte. Come se tutelare le vittime dell’omotransfobia fosse qualcosa di scandaloso.
La realtà è un altra: la destra italiana non vuole scontentare quel bacino reazionario dal quale pesca i voti che fa dell’oscurantismo la cifra etica e politica della vita.
”Anziché accantonare i temi che hanno marcato le differenze tra partiti degli ultimi vent’anni, come ci ha chiesto Mario Draghi, che cosa fa la sinistra? Forza la mano sui temi ideologici. Oggi il ddl Zan, domani lo ius soli… E nelle commissioni, sul mettere i temi a calendario, si comportano come se al governo ci fosse ancora Conte. Non credo che sia questo lo spirito che ha ispirato l’appello del capo dello Stato sul mettere da parte le divisioni”.
Parole del capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo.
Il leghista si dice “preoccupato”: “Io non vorrei che tirassero troppo la corda. Non vorrei scoprire che alla fine, il bersaglio vero più che Salvini possa essere il governo e lo stesso Draghi”.
“Qui – insiste Romeo – si vuole avvelenare il clima di unità nazionale. Se ci sono temi delicati e anche molto importanti come la tutela dei diritti civili, in un governo di unità nazionale che cosa fanno le forze politiche? Si siedono al tavolo, ragionano, cercano di trovare una soluzione comune. Come centrodestra di governo, noi abbiamo cominciato a offrire un contributo con un disegno di legge che aumenti le pene e tolga la possibilità di attenuanti per chi discrimina sulla base di etnia, orientamento sessuale, disabilità. E invece, ci sentiamo rispondere ‘o Zan o siete omofobi'”.