Lei dice di non essere omofoba. Ma allora non si capisce perché la destra abbia messo l’elemetto pur di non far passare una legge di civiltà.
La scusa dell’attacco alle libere opinioni non regge perché il ddl Zan punisce non il libero pensiero la l’istigazione all’odio.
“Io sto dando una mano a Draghi. A un governo l’opposizione serve”. È quanto ha affermato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in una lunga intervista al Corriere della Sera, per l’uscita del suo libro “Io sono Giorgia”, nella quale ha parlato della sua infanzia, ma anche di politica e del suo obiettivo: “Andare al governo”.
Meloni dice di sentire il premier “a volte”: “Abbiamo un buon rapporto. Su Erdogan e sull’estradizione dei terroristi mi è piaciuto”.
I rapporti con Salvini sono “altalenanti. Il nostro non è mai stato un rapporto che andasse oltre la politica. Ma in certi periodi ci parliamo spesso, e ci mandiamo WhatsApp per ridere di chi vuole farci litigare; in altri, ci sentiamo meno. Adesso è uno di questi periodi”.
Sulle quote rosa ha commentato: “Sono per il merito. Non capisco le donne del Pd, tutte felici perché il capo ha deciso che due di loro potevano fare le capogruppo. Tu non devi andare al potere perché l’ha stabilito un uomo, ma perché’ sei la migliore. In Fratelli d’Italia e’ andata cosi'”.
Quanto al ddl Zan, “Io sono la persona meno omofoba che esista. Chi mi dà dell’omofoba, come l’altro giorno Fratoianni, lo fa per non discutere nel merito. Sono contraria alla gerarchia nella discriminazione; perché le grandi discriminate saranno le donne”.
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