Si allungano le ombre sull’affaire Lega-Fil Commission: basta seguire i soldi. Questa volta entra in gioco l’imprenditore nel settore delle ristrutturazioni di Francesco Barachetti, imputato davanti alla settima penale per il caso della compravendita ‘gonfiata’ del capannone di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission.
La sua “espansione imprenditoriale” è avvenuta “a partire dal 2015 e in concomitanza con la ricezione di commesse da entità collegate a Di Rubba e Manzoni”, i due revisori contabili per la Lega in Parlamento.
Così l’investigatore della Gdf Felice Salzano ha descritto, sentito come teste, la “escalation” da imprenditore nel settore delle ristrutturazioni di Francesco Barachetti, imputato davanti alla settima penale per il caso della compravendita ‘gonfiata’ del capannone di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission.
Già nel corso delle indagini, che hanno portato anche a processo Di Rubba e Manzoni (per loro rito abbreviato con sentenza l’1 giugno), erano emersi i pagamenti ottenuti dall’impresa di Barachetti da parte di Pontidafin, Lega Nord e Lega per Salvini premier.
Una “escalation imprenditoriale”, ha spiegato il teste dell’accusa, “con picchi in particolare nel 2017 e nel 2018, dati i rapporti sempre piu’ fidelizzati con le società collegate a Di Rubba e Manzoni”.
Tra giugno e fine ottobre 2020 la Barachetti service srl avrebbe ricevuto bonifici, come emergeva dagli atti, per circa 102mila euro dalla ‘Lega per Salvini premier’, oltre che quasi 107mila euro tra gennaio e luglio 2020 da Pontidafin.
Il processo a carico dell’imprenditore proseguirà il 4 giugno con il controesame del teste da parte della difesa.
