Un sogno? No, un progetto politico ma che sia perseguito sul serio.
“Il country party è una definizione di Beniamino Andreatta che vorrei per il mio Pd. Il partito del Paese, del popolo, è una stella polare della mia azione, in antitesi al partito del potere che negli ultimi dieci anni nostro malgrado abbiamo dovuto interpretare, per evitare degenerazioni del sistema, come è accaduto nel 2019. Sono le elezioni che decidono chi sta in maggioranza e chi all’opposizione. Lanceremo a luglio il semestre di grande dibattito sul futuro della democrazia italiana, le Agorà democratiche, aperte agli interni al Pd e agli esterni. Lavoreremo su una piattaforma digitale che consentirà di far partecipare migliaia e migliaia di persone. Le Agorà ci dovranno dire come sarà digitalizzato il nostro futuro politico. Come cambierà il ruolo delle sedi fisiche, il ruolo dei militanti. La democrazia va sul digitale. Il web aiuta ad accorciare le distanze, avvicinare i territori più remoti, le periferie. Prossimità e sostenibilità si tengono insieme”.
Così il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato dal direttore dell’Espresso Marco Damilano in occasione della prossima festa della Repubblica, il 2 giugno, 75 anni dopo il referendum che ne segnò la nascita.
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