La misura varata dal governo Conte sull’assegno unico alle famiglie è tesa a snellire e accorpare gli assegni familiari in vigore, concedendo un unico assegno che varia in base al reddito e al numero di figli che compongono la famiglia. Da un minimo di 30 euro a un massimo di 217,8 euro al mese per ciascun figlio. È la misura ponte per l’assegno unico, valida da luglio a dicembre 2021 per le famiglie con figli da zero a 18 anni che non godano già di assegni familiari, approvato oggi per decreto dal Consiglio dei ministri. Dal primo gennaio 2022 poi l’assegno diventa permanente e universale, incardinato nella riforma fiscale in sostituzione di detrazioni e bonus esistenti che per ora dunque non vengono abrogati, ma restano in vigore fino a fine anno.
L’assegno ponte è legato esclusivamente all’Isee fino a 50 mila euro e al numero di figli. L’importo massimo mensile è 167,5 euro per primo e secondo figlio, maggiorato del 30% dal terzo figlio in poi. E dunque l’importo massimo per famiglie con due figli raddoppia a 335 euro. Più che triplica a 653 euro con tre figli. L’importo cala al crescere dell’Isee. E si azzera con Isee oltre 50 mila euro.
A chi spetta l’assegno
In questa fase transitoria, fino al 31 dicembre, l’assegno spetta a tutte le famiglie con figli a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni. L’assegno viene erogato per figli a carico fino ai 21 anni di età, ma con importo ridotto se i figli studiano, stanno compiendo attività di formazione o tirocinio, se stanno partecipando al Servizio civile universale o se stanno svolgendo un lavoro a basso reddito. In questi casi l’importo può essere erogato direttamente al figlio, se questi lo richiede. Il contributo è riconosciuto a entrambi i genitori nella misura di metà per ciascuno. Ne possono usufruire genitori impiegati, dipendenti, disoccupati o incapienti.
I requisiti del richiedente
Per richiedere l’assegno bisogna avere la cittadinanza italiana, o essere cittadini di un altro Stato dell’Unione Europea con diritto di soggiorno o di soggiorno permanente, o essere un familiare di un titolare di questi diritti. La misura è estesa anche a coloro che, pur non essendo cittadini di una Stato membro, hanno un permesso di soggiorno Ue per soggiornanti, o per lavoro o per ricerca. Per ottenere il contributo bisogna essere aver risieduto in Italia per almeno due anni, anche se non continuativi e durante l’erogazione dell’assegno bisogna essere residenti e domiciliati sul territorio italiano. È richiesto anche l’aver avuto un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato per almeno due anni. Il nucleo del richiedente deve essere in possesso dell’Isee.
Come si presenta la domanda
In via telematica all’Inps o a Caf e Patronati, secondo le modalità che Inps indicherà entro il 30 giugno 2021. L’erogazione dell’assegno decorre dallo stesso mese di presentazione della domanda e avviene mediante accredito su Iban del richiedente o mediante bonifico domiciliato, con l’eccezione delle famiglie beneficiarie di Reddito di cittadinanza. In caso di affido condiviso dei minori, l’assegno può essere accreditato in misura pari al 50% sull’Iban di ciascun genitore. L’assegno non concorre a formare la base imponibile dell’Irpef. In sede di prima applicazione, per le domande presentate entro il 30 settembre saranno corrisposte le mensilità a partire dal mese di luglio.
Maggiorazione dell’assegno per i lavoratori dipendenti
In attesa della riforma fiscale complessiva, le famiglie che già oggi incassano gli assegni familiari riceveranno un extra per bilanciare l’assegno ponte destinato ad autonomi, disoccupati, incapienti. La maggiorazione va dai 37,5 euro per ciascun figlio ai nuclei fino a due figli, di 70 euro per figlio ai nuclei di almeno tre figli. Per queste maggiorazioni si destinano 1 miliardo e 390 milioni per il 2021.
Compatibilità con il Reddito di cittadinanza
L’assegno è compatibile con il Reddito di cittadinanza (Rdc) e con la fruizione di altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni e dai Comuni. Nel caso del Rdc, l’Inps corrisponde d’ufficio l’assegno per i figli congiuntamente allo stesso Rdc. Ma il beneficio complessivo è determinato sottraendo dall’importo teorico spettante dell’assegno la quota di Rdc relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata in base alla scala di equivalenza. Il ricalcolo sarà fatto dall’Inps. La somme erogate a titolo di assegno per i figli non saranno soggette ai vincoli di spesa e prelievo tipici del Rdc.
Arriva l'assegno unico alle famiglie con figli: ecco come funziona e se conviene
Si tratta di una misura ponte, sarà valida fino a dicembre 2021. Circa 167 euro per figlio e fino a 653 euro per chi ne ha 3
globalist Modifica articolo
4 Giugno 2021 - 12.03
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